Scritta da: Salvatore Riggio

Intrappolato

Barcollai nel buio della mia ombra
e lo spazio nero mi avvolse.
Udii ogni singolo battere nel petto
poiché talmente oscuro
divenne che il fiato mi tolse.

Barcollai nel buio della mia ombra
ma nulla potei intravedere in quell'infinita distesa,
niente che sia un appiglio, una sporgenza
e nemmeno l'aiuto di una mano tesa.
Dove in ogni dove sembrò che regnasse il silenzio
finche pure lei, la mia speranza, cessò di esistere,
poiché alcun sostegno trovò e alla fine
anch'io come lei mi dovetti arrendere.

Barcollai nel buio della mia ombra
e ormai consapevole della mia prigionia
persi l'equilibrio e caddi, mentre
lo spazio nero ancor di più mi avvolse.
Trascinandomi con sé, con la sua agonia.
Composta mercoledì 14 ottobre 2009

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    Scritta da: Salvatore Riggio
    Dedica:
    A un mio amico che mi diede l'ispirazione per codesta poesia ovvero Nicola Tranchida

    Commenti


    16
    postato da , il
    grazie scheggia 52 .., si, si spera di ritrovare la speranza...
    15
    postato da scheggia52, il
    Molto bella, penso che tutti, almeno una volta nella vita ci siamo sentiti cosi'...l'importante e' ritrovare una speranza cosi' caparbia che ci sostenga nel rialzarsi!
    14
    postato da , il
    pero come già detto questa poesia è piùtosto aperta come interpretazioni ,ognuno può vederla in modo diverso in base alla proprio esperienza ecc. e come dice giuseppe nel 12 commento
    13
    postato da , il
    bella...io la vivo come una presa di coscenza nel sentirsi intrappolati in una vita k ci ha deluso
    12
    postato da , il
    hahhahhah il mio neurologo??? si chiama mazara salvatore xD comunque capisco bene il tuo concetto.xD

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