Che le ore divengano
minuti
che il cielo si svesta presto
del suo listato manto
a che il domani arrivi
oggi
perché l'attesa non mi sia molesta
e quando giunto è il mio amore
che i minuti divengano
ore
che le ore siano
eterne
perché l'istante del separarsi
ritardi a lungo
il suo inevitabile apprestarsi.
All'apice
di un'ora
s'appunta la vita
cancellando
con mano
maldestra
anni d'attesa.
Ora s'innalza
il momento
costretto
in argini angusti
ed irrompe
inondando
il tempo
passato
e quello a venire.
C'è un altro mare
le cui bianche acque
carezzano la terra
c'è un altro cielo
ampio e terso
c'è un altro sole
a riscaldare
le fredde tue mani
non fermare il passo
nell'arida landa deserta
schiudi gli occhi
alla nuova luce
c'è un altro posto
dove è lieve posare
il passo
dove il gelo non ha dimora
non fermarti
non è il tempo
altri giorni sono a venire
altri mari
sono da scoprire.
Conosco a memoria
la linea sottile
che reca l'ombre
sulle tue fragili ciglia,
gli angoli angusti
di labbra serrate
mentre l'alba
tarda a venire,
il futuro ci è incerto
e ora ci sembra
tortuoso e nemico,
ma verrà ancora domani
e un altro ancora
e i miei occhi avranno ancora i tuoi occhi.
Per passione
solo per passione
intingo lo stilo nei miei pensieri.
Datemi un sogno
che non sappia
di cartone
che non
si sciolga
con la pioggia
come la notte
al sole.
Datemi un sogno
che sappia di vero
che non si accontenti
del superfluo
dell'effimera superficie
che il tempo rinsecchisce
come l'erba
al troppo sole.
Datemi un sogno
che io possa
mangiare
e che mi sappia saziare
e colmare questo vuoto
che da parte a parte
mi lascia attraversare.
Solo quando
non sento la terra
sotto i piedi
e il silenzio
risuona come
un canto
nelle mie ossa,
solo quando
la mente libera
da ogni catena
comincia a vibrarsi
nell'aere sereno
dimentico
dei se e dei ma
solo allora
mi sento felice.
L'infinito non può
essere chiuso
dietro nessun cancello,
il mondo che tu mi hai aperto
sfugge ad ogni costrizione,
la vastità si stende
molle su dorati pendii
ed ora nessuna porta
è chiusa.
Nascondermi
nei fumosi bagliori notturni
ai piedi di un vecchio salice
che accarezza con le sue lacrime
le mie solitudini,
i primi bagliori squarciano
gli oscuri nembi
ma è inutile poesia
che non mi riguarda,
ora
è
qui
tutto ciò che resta
di un niente
che ha radici profonde
e spaurite ali
e non sa volare.
Solo il mare sa
ciò che ho inciso
sull'umida sabbia
nell'ora buia della sera.
Non un sussulto ha avuto
l'onda,
ma lenta si è ritirata
portando con sé
ogni mio pensiero.
Solo il mare sa
e serba tra le pieghe
dell'onde ogni mio pensiero.