Scritta da: Silvana Stremiz
Prima che asciughino quei due
o tre baci

Prima che asciughino quei due o tre baci
sulla fronte
e qui e lí,
ti chinerai per bere
acqua d'argento dallo specchio,
e se nessuno ti starà a guardare
ti toccherai le labbra con la bocca.

C'è un tempo in cui piú svelto delle dita
che lo scultore passa sulla creta
il sangue impaziente ti modella
il corpo dal di dentro.

Forse stringerai tra le dita
i tuoi giovani capelli
e li solleverai sopra le spalle
perché somiglino piuttosto ad ali,
e davanti a loro prontamente correrai

dove proprio davanti agli occhi
e sul fondo estremo dell'aria
sta il grande, erto, conturbante
e dolce nulla,
che splende.
Jaroslav Seifert
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Ho veduto solo una volta

    Ho veduto solo una volta
    un sole così insanguinato.
    E poi mai più.
    Scendeva funesto sull'orizzonte
    e sembrava
    che qualcuno avesse sfondato la porta
    dell'inferno.
    Ho domandato alla specola
    e ora so il perché.

    L'inferno lo conosciamo, è dappertutto
    e cammina su due gambe.
    Ma il paradiso?
    Può darsi che il paradiso non sia
    null'altro
    che un sorriso
    atteso per lungo tempo,
    e labbra
    che bisbigliano il nostro nome.
    E poi quel breve vertiginoso momento
    quando ci è concesso di dimenticare
    velocemente
    quell'inferno.
    Jaroslav Seifert
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Rondò di primavera

      Tu devi credermi, io sarei felice
      se sorrisi mandassero i tuoi occhi
      quando stasera dovrai ricucire
      ciò che le mie mani ti hanno strappato.

      Quelle mani che finora io sentivo
      essere vuote senza i tuoi seni.
      Tu devi credermi, io sarei felice
      se sorrisi mandassero i tuoi occhi.

      Quando poi starai per addormentarti,
      il tuo sonno sia come quello di un re
      che ha riconquistato il proprio castello

      svettante sulla cima di una rupe.
      Tu devi credermi, io sarei felice
      se sorrisi mandassero i tuoi occhi.
      Jaroslav Seifert
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