Poesie di Giuseppe Bartolomeo

Pensionato, nato venerdì 27 agosto 1943 a Cirigliano (MT) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi, in Diario e in Preghiere.

Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Distruggeremo le armi dalla faccia della terra
quando tutti i suoi abitanti ci sentiremo fratelli.
Non ci saranno più i tanti orribili femminicidi
se ci rendiamo conto che uccidiamo la vita.

Siamo nati fragili nel seno di nostra madre
siamo cresciuti con ansia di essere padroni
invece siamo semplici copie di creta fragile
di questo piccolo pianeta con la sua luna.

Uomini fatti a immagine e somiglianza di DIO
se sappiamo vivere in pienezza i nostri giorni
altrimenti scenderemo sempre più profondo
nella melma del proprio triste e sporco mondo.

Sappiamo vivere con l'innocenza di bambino
fino al giorno che renderemo conto della vita.
Dio non sarà giudice dei nostri giorni vissuti
ma saremo noi stessi a leggerci la pagella
piena di giorni di sole, pioggia, gioia e dolori.
Giuseppe Bartolomeo
Composta domenica 4 marzo 2018
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Da mattina a sera c'illumina la luce
    che s'accende nel cielo senza fine.
    I nostri occhi di vari colori
    racchiudono la bellezza
    del creato
    rifiorendo sul volto
    di chi ci avvicina
    con un sorriso grato.

    Guardarsi negli occhi è dar ali alla vita
    volare con gli uccelli nel cielo
    scrutare i cuori tristi
    trasformandoli in gemme d'amore.
    Ogni giorno è un fiore che sboccia
    nel giardino nascosto
    del cuore.

    Da mattina a sera accettiamo la luce
    come un ramo di fiori profumati
    una stretta di mano di un amico
    un sorriso di bimbo malato
    un bacio grande di mamma
    una lacrima di allegria
    un grazie
    per la nostra vita.
    Giuseppe Bartolomeo
    Composta mercoledì 28 febbraio 2018
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Ogni creatura vivente su questo pianeta
      è stata baciata da un raggio di luce
      racchiuso in un bacio d'amore
      avvolto in un amplesso
      ricco di tenerezza
      amore e dolore.

      Siamo esseri terrestri con spirito divino
      nati nudi sotto un cielo azzurro
      per vestirci con i colori dei fiori
      con le fiamme roventi delle aurore
      con le sfumature dei corti tramonti
      sognando di accendere
      il buio.

      Siamo esseri umani nati nel proprio tempo:
      la nostra vita è un regalo inatteso
      che abbiamo salutato con lacrime di gioia
      come un grido che rompe il silenzio
      in una giungla piena
      di suoni e colori.

      Siamo uomini e donne nati nel più bel giardino
      che solo una divina fantasia immagina
      realizza e lascia che i suoi figli vivano
      con assoluta libertà
      per risalire la loro montagna
      o cadere in una bolgia
      senza pietà.
      Giuseppe Bartolomeo
      Composta mercoledì 31 gennaio 2018
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Mi hai sorriso e ti ho regalato una rosa
        mi hai baciato e ti sei preso la spina.
        La rosa ci ha fatto soffrire
        la spina ci ha fatto amare.

        Così nasce ogni giorno l'amore
        di due che crescono insieme
        con occhi che fissano il cielo
        e mani che carezzano sogni.

        Camminiamo insieme nella vita
        aggrappati a fili di tenerezza
        dove appendiamo i dolori
        e cresce la bellezza.

        I giorni vissuti in due
        hanno dato vita al giardino
        con una rosa rossa
        che è nostra figlia.
        Giuseppe Bartolomeo
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Un semaforo acceso nella nebbia
          marca il lento ritmo della tristezza
          racchiusa in una maschera umana
          con occhi di donna senza affetto.

          Il freddo stilla da un lampione acceso
          sul viso attento di un bimbo innocente.

          Solo un grido fa eco nel silenzio
          in questa sera diafana e triste.

          Il semaforo è rimasto senza colori
          in questa nebbia umana e fredda
          dove il cuore viaggia su un tram
          di una città ricolma di desideri.
          Giuseppe Bartolomeo
          Composta mercoledì 31 gennaio 2018
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Bianchi sono i fiori della sposa
            bianco è il colore dell'innocenza
            bianca è la neve che cade a terra
            bianche le nuvole che ci coprono
            bianca la bara di bambini morti
            bianco è il volto della morte.

            Ci sono esseri demoni.
            ci sono esseri celesti
            ci sono uomini misti
            ci sono uomini neri
            c'e la razza bianca
            e quella gialla

            Siamo sempre gli stessi uomini:
            con lo stesso cuore che batte
            gli stessi occhi che vedono
            le stesse mani che lavorano
            gli stessi piedi che camminano
            la stessa bocca che parla.

            Eppure quante guerre per distruggerci da fratelli
            quante armi che costruiamo per eliminarci da nemici
            quanto cibo gettiamo senza sfamare i nostri vicini
            quanta falsa politica per raggiungere i propri scopi
            quanta ipocrisia e sotterfugi per eliminare i neonati

            Siamo uomini meschini quando uccidiamo chi ci dà la vita
            madre o moglie che sia.

            Dai fiori della sposa dovrebbe sbocciare l'amore
            dall'amore dovrebbero sbocciare i figli
            dai figli dovrebbe germinare la speranza
            dalle razze umane dovrebbe nascere la concordia.

            Tutti gli uomini dovremmo essere fratelli
            con donne e bimbi allegri
            con un fiore bianco
            all'occhiello.
            Giuseppe Bartolomeo
            Composta mercoledì 31 gennaio 2018
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              I miei tanti sogni trafitti da raggi di luce fioca
              lanciano i loro lunghi tentacoli sul mio corpo.
              Le ombre notturne diroccano il mio castello,
              costruito sulle spiagge della vita sotto la luna,
              che attira in alto gli aliti vitali della nostra morte.

              Nel silenzio di voci senza volto sbocciano fiori
              che profumano le pareti di vetri alti e colorati.
              Sento canti che riecheggiano in ampie caverne
              dove i sogni si rifugiano sotto ali di esseri celesti.

              Non ho capito se sto sognando o sono sveglio
              in questa notte dove il freddo batte alle finestre.
              La luna sta giocando con tante nuvole terrestri
              mentre io mi diverto correndo dietro fantasmi.

              Le notti sono spesso il rifugio di versi non scritti,
              di parole nate dal cuore ma con gli occhi spenti.
              Sono la culla in bianco e nero di amori appassiti,
              di sogni vestiti da vecchio pagliaccio che ci sferza,
              uomini che non vogliamo essere sempre gli stessi.
              Giuseppe Bartolomeo
              Composta giovedì 8 febbraio 2018
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                Scalare la montagna della vita

                Avere un sogno che ci guidi in pieno giorno
                è il più bel regalo che portiamo nella bisaccia
                appesa alle nostre spalle che Dio ha regalato
                a tutti noi uomini e donne che c'incamminiamo
                sotto il sole del giorno e al chiarore della notte.

                È un cammino fatto di salite e lunghe discese,
                di curve strette e ripide, lungo colline e monti,
                dove il sudore della fronte è segno inequivoco
                che ci troviamo sulla retta via per un'alta cima.

                Scalare la montagna della vita è l'umano viaggio
                che tutti realizziamo nel breve o lungo cammino
                pieno di rose e di spine, di pioggia e forte vento,
                di dolori e amori, sorrisi, lacrime e lunghi silenzi.

                È il sogno che ci trasformerà in leggera farfalla,
                quando abbandoneremo il bozzolo della crisalide.
                Voleremo in alto in cerca di fiori, profumi e sapori
                che sanno di essenze divine e di musiche celesti.
                È l'umano cammino che ci porterà sulle alte cime.
                Giuseppe Bartolomeo
                Composta martedì 6 febbraio 2018
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                  Sbocciano i sogni con la rosa

                  Da una rosa sbocciata nel giardino
                  esce il giorno frustrato da fantasmi
                  con mani piene di notizie nuove
                  e un volto di donna senza parole.

                  Sbocciano anche i sogni del domani
                  in occhi pieni d'argento fuso;
                  la luna girovaga nel cielo rosso
                  come cane abbandonato in agosto.

                  Resta sola la rosa aperta nel giardino
                  accarezzata da una mano di nonna,
                  rileggendo il suo diario di illusioni
                  su petali rossi e spine d'illusioni.

                  Il sole avanza distruggendo le ombre:
                  le nuvole giocano con gli orizzonti,
                  il cuore dell'uomo si chiude in una rosa
                  e sboccia un mondo senza più rancori.

                  Giuseppe Bartolomeo
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Un improvviso spruzzo d'acqua
                    rompe le lunghe ombre pomeridiane
                    su un piccolo giardino verde oscuro
                    che s'accende al sole
                    e al domani.

                    Due pettegole sghignazzano allegre
                    intorno al camino che muore.
                    Ricordano vecchie avventure di fuoco
                    mentre la fiamma muore.

                    Il pomeriggio di novembre avanza
                    con un venticello che divora nuvole
                    senza messaggi
                    in un cielo azzurro.

                    Avanzano i mesi a passo veloce
                    al ritmo cadenzato di giorni più corti
                    mentre la sera si trasforma in notte
                    chiudendosi in bozzolo
                    di sogni.
                    Giuseppe Bartolomeo
                    Composta giovedì 16 novembre 2017
                    Vota la poesia: Commenta