Scritta da: Silvana Stremiz
Ti porto via
dalla plancia di comando
di questo cimitero
che prende il mare.
Vecchia cellula erosa
abituata ai venti,
ne guido l'abside di vedetta.
Tu nel ponte, sottocoperta, primo
mio viaggiatore amato,
a cui devo l'onore del viaggio.
Non ti proteggerò dal lungo buio
delle notti,
ma sarò lucciola perenne che brucia
con la tua,
sfarfallando negli anni.
La terra si è ricoperta di fiori,
e io guido la carica della nave
su cui ti sei imbarcato senza dirmi
neanche "ciao" (e lo avresti voluto,
anche per essere un'ultima volta mio).
Daniele Piccini
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Voi intrecciate il vostro sangue,
    stendendo
    le razze l'una incrociata nell'altra,
    vite su vite, volti
    riconoscibili agli occhi talvolta.
    Scendete lungo la camera buia
    delle tempeste-età,
    brucate la prateria del mare,
    attraversate il telo celeste
    ma io riempio il vostro passaggio
    di solitudine:
    dove andranno
    le ore dell'estate?
    Dove rispunterà il cielo di ieri?
    Poi scendete dall'albero
    della creazione, cigolate appena
    sul carrello, rientrate
    nella polvere fine.
    Sempre
    io vi tormento
    dalla mia zolla, dalla nube aerea,
    generazioni, ere
    incerte e febbrili.
    E non avete ancora
    camminato abbastanza.
    Daniele Piccini
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