Poesie di Christine Lavant

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Scritta da: Andrea De Candia
Maledizione! E ora di nuovo dobbiamo riflettere
Se questo cielo fuori sia reale?
Allora chi è a far girare in eterno quest'uovo blu
Vicino a noi finché i più si infuriano
E io dalla paura non riesco più a essermi d'aiuto
E alcune stendono le loro ossa
Quasi per beffa sopra le linde piastrelle
E sorridono piano, come dalla brama sedotte-;
E dolce è l'ira – si deve solo gustarla.
Come qualcosa di rubato, nell'oscurità.
Christine Lavant
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    Scritta da: Andrea De Candia
    Miete la falce del sole il mio primo sonno.
    Da colli di uccelli – che vogliono torcersi! –
    martirio cola nel mio animo.
    Campi di colore leonino si struggono nella foschia.
    Lodi la mia anima il Signore! –
    in nessun luogo fra il cielo e l'inferno
    avverrà più un miracolo simile.
    Terra! Appenderò il tuo viso di mela
    alla croce della mia superbia.
    Oh, che io riesca a portarla
    sino su quel calvario beffardo,
    il letto di parto della mia disperazione.
    Christine Lavant
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      Scritta da: Andrea De Candia
      Dovrai tenermi
      nella rete della tua volontà.
      Non voglio più uscire nel mondo
      dove il sole sorge e cala senza senso
      e febbrilmente la luna si riduce in quarti.
      Qui dentro non c'è né notte né giorno,
      qui manca la tentazione delle stelle
      di risollevarsi da un dolore antico
      per dover precipitare in quello nuovo.
      Nella tua rete la debolezza è buona.
      Come una farfalla redenta dalla luce
      il cuore angosciato si addormenta.
      Dovrai tenermi
      con tutto ciò che ho perduto
      e che mi rende pesante,
      così pesante come una pietra
      da far vibrare spesso la rete della tua volontà.
      Christine Lavant
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