Poesie di Augusto Daolio

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Scritta da: Ilaria Daolio
Mi è stato promesso in giorni di sole malato
il sapore amaro della morte
ma io non lo conosco ancora.
Conosco però l'impotente bestemmia rabbiosa, lacrimosa
che sale da dentro
per ognuno che parte così all'improvviso senza lasciare indirizzo.
Dietro le spalle solo grandi stanze,
vuote, lunghe, troppo alte, troppo buie.
Io non lo conosco ancora
questo viaggio che immagino faticoso e senza speranza.
E vedo ogni giorno che passa
ogni ora,
pieni di luce e colori.
Non può morire la luce
e finché il sole si alza sul mondo
fiorisce di bellissimi pensieri, che sono fiori.
Tra le musiche della vita,
la morte è la musica più straziante,
più forte, prepotente, cattiva:
Brucia il foglio della partitura in grigia cenere
e in fiamma tutto riduce,
moure chi ama, chi ha amato
chi canta, chi ha cantato
chi suona, chi ha suonato.
Sapore amaro quello della morte.
Sparite è la luce appena venuta
piccola giovane luce che piano piano cresceva,
senza fretta,
e illuminava noi e i nostri gesti.
Non luce accecante che sfoca i contorni delle cose,
ma buona dolce e semplice
che le cose accarezza.
Sparita è la tua luce come passa via la nebbia dalle nostre parti
ognuno grida
ma la foschia non si dirada.
Muto grido di disperazione.
Sei arrivato al tuo porto,
hai abbandonato il tuo remo.
Principe Desiderio.
Augusto Daolio
Composta lunedì 25 febbraio 2013
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    Scritta da: Andrea Manfrè
    Vita che sembri sogno
    invidio tutti in segreto
    e di tutti in segreto
    m'innamoro.

    Chi ucciderai ancora?
    Chi porterai alle stelle?
    Che altre menzogne inventerai?

    Tempo presente
    tempo passato
    entrambi presenti
    nel tempo futuro
    e il tempo futuro
    è dentro
    nel tempo passato
    se tutto il tempo
    è eternamente presente

    Quello che poteva essere
    è un'astrazione
    che resta una
    pèossibilità perpetua
    solo nel mondo
    delle ipotesi
    ciò che doveva essere
    ed è stato,
    tendono a un solo fine
    che è sempre presente.

    Passi echeggiano nella memoria
    lungo corridoi che non prendemmo mai
    verso porte che non aprimmo mai
    sul giardino delle rose

    Parole echeggiano così nella mente
    tempo passato
    tempo futuro
    ciò che è stato
    ciò che poteva essere
    tendono a un solo fine
    che è sempre presente.
    Augusto Daolio
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