Le migliori poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

Te ne vai

Ora che te ne vai
senza farti una ragione vera
non tornare indietro
non ti voltare
non c'è più nessuna stella per te
vola,
verso quel tramonto tanto atteso
osserva quella luce è fermati
osserva l'orizzonte
ascolta il vento ti porterà nei miei sogni
ora dammi indietro la mia alba
respira forte e
vattene via
senza far rumore dalla vita mia,
siamo andati in culo al mondo
e ci sono finito dentro
per amarti da lontano
in questo giorno
ormai lontano.
Antonio Prencipe
Composta sabato 24 aprile 2010
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Piccolo fiore

    Piccolo fiore
    non piangere
    anche il sole ti chiederà perdono
    Piccolo fiore
    resisti anche la notte ti sorriderà
    tutto finirà anche questo dolore ti chiederà scusa
    Piccolo fiore
    sei stata abusata
    sei stata condannata
    sei stata amaramente tradita
    Piccolo fiore
    sorridi
    non odiare questa vita
    tutto passerà
    Piccolo fiore
    una lacrima scende per te
    il mio cuore muore per te
    Piccolo fiore
    non lasciar spegnere i tuoi occhi
    non lasciare che il buio cada sulla tua giovane vita
    Piccolo fiore
    chi ha abusato di te non avrà pace
    chi ha abusato di te avrà la mia vendetta
    Piccolo fiore
    non lasciar morire i tuoi sogni
    per favore combatti e non ti fermare
    Piccolo fiore
    non preoccuparti il cielo ti sta vicino
    un'angelo veglia su di te
    Ti prego non smettere di sperare
    Le stelle s'illuminano per te
    Non aver paura la pace arriverà
    Il Paradiso Santificherà la tua verità.
    Antonio Prencipe
    Composta venerdì 18 giugno 2010
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Piccola Ballerina

      Tu, ora sei la mia luce,
      ti dico un segreto se sono in vita lo devo solo a te,
      molte volte ho pensato di farla finita
      ma la tua voce mi faceva volare nell'immenso vuoto della mia vita
      il sapere che un'altra persona oltre
      a me stesso conosce la mia anima
      ha fatto sussultare il mio piccolo cuore,
      sei quell'onda burrascosa che ha travolto i miei sentimenti,
      sei una folata di follia che rende felice
      la mia agguerrita vita,
      ora che ti ho conosciuto non ti lascio andar via
      perché è grazie a te che il mio piccolo cuore
      a ripreso a battere,
      e solo grazie a te se la mia anima
      corre felice nelle piramidi che ho costruito nell'immenso
      e grazie a te Sofia che sono libero di sognare,
      ora ti dico grazie,
      ora ti sogno,
      ora ti abbandono a te stessa,
      ma ricorda che hai catturato l'anima
      di un piccolo guerriero che non ti lascia volar via,
      Grazie!
      Antonio Prencipe
      Composta mercoledì 23 giugno 2010
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Con le onde del mare...

        Con le onde del mare
        me ne volevo andare
        Sotto questo cielo io sto vivendo
        e anche se non tramonta
        io lo stesso vivo
        E ho cercato prigioni incantate
        per poter nascondere le mie favole
        Sono rinato
        grazie ai miei sogni perduti
        Tra notti senza lacrime e giorni senza sorrisi
        il vento soffiava più forte
        e cancellava le mie speranze
        Non avendo Dei da poter o dover pregare
        pregai il mare e caddi in un soave e forse
        pericoloso vortice di pioggia e grandine
        E in quel vortice non m'accorsi della Luna
        che dalla su osservava immobile e fiera
        il mio incerto e forse "aggressivo" percorso che senza
        accorgimene m'aveva insegnato a vivere
        E non ho capito come si vive
        senza un cielo
        Un cielo su cui
        poter vivere e morire ancora
        Un cielo dannatamente sofferto
        E un passato sterile di fantasie.
        Antonio Prencipe
        Composta martedì 14 settembre 2010
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Voglio Vivere

          Cerco di vivere al meglio
          Cerco di vivere ricercando i sorrisi
          che ormai non tramontano più
          Cerco ma ormai annego,
          voglio vivere
          tra le rose annegate nel vento
          Vivere non è mai stato così bello
          Favole e Amori incatenati tra le mie stelle
          immerse nel cielo
          Dipingo un arcobaleno
          fra le mimose e i tulipani
          del mio antico giardino
          lo dipingo bello come
          il sole in un giorno di pioggia
          Ora sono qui tra le cose che
          non ho più
          ho bisogno di vivere anche nel incanto
          del mio desiderio,
          il desiderio di una vita senza me
          Ho donato il cuore al mare
          ho perso l'orologio
          e non conosco più il valore del tempo
          Dentro di me ho vissuto
          dolori e amarezze
          ed ora non riesco nemmeno a perdonare
          la mia dannata incoscienza
          Senza vergogna ho pagato
          l'inferno e disinnescato la mia anima
          Volevo e potevo amare l'amore
          che tra le mie mani e apparso
          per poi scomparire per sempre
          Basta piangere
          basta raccogliere spighe di grano
          gettate nel fuoco eterno della vita
          Se tornare a vivere significa soffrire ancora
          io sono pronto
          eccomi cielo,
          io sono qui mandami i tuoi angeli
          ma ricorda
          "le mie lacrime non sono più in vendita".
          Antonio Prencipe
          Composta lunedì 8 novembre 2010
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Quella poesia non ancora scritta

            Ed io ancora fermo qui
            ad aspettar quella poesia non ancora scritta
            rinchiusa nel mio cuore squarciato
            e nella mia anima guerriera,
            assassina, Rock, reduce da una guerra
            non vinta pettinata dal vento freddo
            come quello che asciugava le mie lacrime
            nelle notti stanche di Novembre.
            Scriverò i versi di un cuore
            che non batte ma non muore,
            ammazzerò l'amore ricevuto e poi perso
            nei versi rabbiosi, aggressivi, malinconici
            che spaccano in due il destino consumato dal sole
            che cadrà nei versi astratti
            di una poesia non ancora scritta.
            Aspetterò quella poesia
            accantonata, abbandonata, gettata
            al centro del cielo, affiancata da una nuvola
            folle, splendente, color estate
            assaporata dalle stelle che specchiandosi
            abbandonano i loro morti rifugiati
            in quel segreto e peccaminoso
            odore che il cielo regala al mondo
            padrone di quei sorrisi e quelle lacrime
            non ancora consumate dall'appannarsi
            insipido di un amore non ancora
            poetico come tutto ciò che la mia anima
            vuole e nasconde dietro un vetro
            scuro amato da una vita schiava,
            melodica canzone dall'istinto violento
            ed aggressivo, perpetuo combattente
            di un amore leggiadro come una farfalla
            color arcobaleno, poggiata su un fiore
            senza petali amari, avvelenati dall'incessante
            pioggia che sul terreno asciutto
            batte e smuove l'orizzonte.
            Antonio Prencipe
            Composta martedì 22 febbraio 2011
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Non mi pento dell'inferno

              Dio muore dietro un piedistallo
              coperto da mille diamanti.
              In questo strano mio destino anche Dio vola basso.
              Vieni qui!
              Angelo sparato dal fucile che ho nascosto
              sotto il cuscino, vieni qui.
              Accarezza queste lacrime sconosciute
              dalla mia eterna solitudine.
              Baciami la fronte e leviga aggressivamente
              la mia rabbia, rendila pura
              e lasciala volare per poi lanciarla
              contro quel grattacielo infernale
              che nasconde ancora il sangue indigesto
              del mio unico e vero limpido amore.
              Non voglio più vivere nel paradiso,
              l'inferno fa per me e non mi pento,
              pugnalerò l'erba ancora fresca
              di rugiada, lacrime salate scese giù
              dall'occhio eterno dell'infinito.
              L'amore è finto come il purgatorio
              in questo antico mondo infame,
              ma io non mi pento,
              io combatto contro il fuoco,
              contro i fulmini, non morirò senza sorridere,
              salterò dalla montagna di plastica più alta,
              squarcerò il paracadute e mi schianterò
              al suolo dolce imponente Re
              freddo come il deserto.
              Le stelle aperte mi mettono in croce,
              no cazzo io non mi pento,
              allora spaccherò in due il vento,
              non mi arrendo sotto quest'albero di melo,
              assalirò la sorte e nel suono della tua voce
              riposerò e chinerò la testa,
              implorerò il passato di lasciarmi in pace
              e schiaccerò questa marlboro
              tra le mie possenti e levigate ali argentate.
              All'improvviso t'accorgi che l'inferno è finito
              e ti ritrovi con le pistole cariche sparando
              contro tutto ciò che rende felice questa vita
              non ancora abituata al fresco
              ed inebriante odor di miele.
              Questa vita mia è
              troppo sbandata per rinnegare l'inferno.
              Antonio Prencipe
              Composta sabato 26 febbraio 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Ma che stupido cuore mio

                Ma che stupido cuore mio ingrato
                che appassisce,
                con la lama fredda di un autunno
                da disinnescare ora lo so.
                I cosiddetti amori
                scongiuravano la mia pazienza
                di non affondare.
                I cosiddetti amori
                morivano delicatamente sul corpo mio
                ancora innocente, violato
                dal tramonto di tante lacrime
                sfidate dal ridicolo soffio
                di mille civiltà sepolte.
                Ma che stupido cuore mio malinconico
                che ritorna,
                tormenta il rinascere turbolento
                di un altro fior di campo
                su questa mia autostrada
                divisa dallo strepitar imponente di un sole rosso
                maestro della vita mia,
                senza buche o massi da evitar.
                Ma che stupido cuore mio sentimentale, struggente
                sempre lontano ed anche se
                so di possederti nel corpo mio,
                non ti sento più mio,
                sei morente e negli occhi miei grandi marroni
                si rivede ancora il grande dolore fresco,
                digerito soltanto dalla mia gioventù tradita,
                stereotipata in una finta vita,
                fingendo amore che non c'è.
                Antonio Prencipe
                Composta lunedì 14 marzo 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Fuck you

                  Fuck you...
                  Piangevo con discrezione
                  per non dare nell'occhio.
                  Sorridevo al dolore
                  e nella felicità soffocavo
                  in silenzio.
                  Fuck you...
                  Mi chiamavano freddo,
                  insensibile, senza cuore
                  e infatti forse un po' lo sono
                  perché ho capito
                  come gira il mondo.
                  Fuck you...
                  Non ho smesso di fumare
                  e faccio ancora sesso
                  tra le piaghe deliranti
                  di un cielo sepolto sotto il sole
                  di mezzogiorno cocente
                  e deprimente.
                  Fuck you...
                  A te che mi hai lasciato solo
                  nel momento più doloroso.
                  Volevi amarmi
                  ma non volevi capirmi.
                  Volevi baciarmi
                  ma non volevi odiarmi.
                  Fuck you...
                  A te che sei nei cieli
                  e che dentro me non ci sei...
                  Quante volte ho sperato in te,
                  in un tuo "entrare" dentro me.
                  Ma ora so che la fede
                  è un dono e questo dono
                  io non l'ho mai ricevuto
                  perché le grandi anime
                  portano in silenzio un Dio
                  che forse rinnegano ma che dentro
                  l'anima vive e nel freddo
                  sorride al cuore.
                  Un Dio che non ha padroni.
                  Un Dio che è solo nostro,
                  che non ha religione.
                  Antonio Prencipe
                  Composta mercoledì 22 giugno 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Di che morte sopravvivere

                    Un giorno dovrò decidere
                    di che morte sopravvivere
                    e fioriranno nuvole
                    nei vasi pieni di sangue
                    delle mie vene negre di solitudine.
                    Un giorno forse riuscirò ad amare
                    la gente con cui condivido l'ossigeno,
                    un giorno riuscirò perfino a sopportarne
                    l'odore struggente con cui osservano
                    la mia ombra mentre i miei occhi
                    con fare schifato prova per loro
                    enorme disprezzo.
                    Un giorno odierò di meno il mondo,
                    forse riuscirò a non vomitare
                    quando uno di loro mi saluta
                    o mi tocca i pensieri con fare amichevole.
                    Odio la maggior parte degli esseri umani
                    e quasi sempre fingo di amarli perché
                    è più semplice sorridere a ciò che
                    è vivo soltanto per consumare le suola
                    delle proprie scarpe che dissanguarsi
                    l'anima in ricordo del loro volto sfigurato.
                    C'è gente che mi odia a cui dovrei sparare
                    ancor prima di donargli le spalle
                    ma anche allora non valgono
                    il proiettile che serve per salvarle,
                    che ad ogni mio passo maledice
                    lo battere lento del mio cuore,
                    vorrebbe vedermi leccare il fango
                    che sporca quest'anima stracciata
                    ma io vivo di poesia,
                    non sono un barista o uno chef
                    di cui l'unica virtù è accendere un fornello
                    o preparare un bicchiere di vino.
                    Non servo caffè e non preparo scotte pietanze,
                    la mia vita vale molto di più
                    non la umilio servendo ai tavoli
                    o pelando patate.
                    Morire sapendo che la notte prima
                    ho preparato un cocktail o una spaghettata
                    per quelli come me è deplorevole,
                    preferisco lo struggente sanguinare
                    ogni fottuta notte su un foglio bianco
                    con l'inchiostro al posto della saliva
                    e le mani che sudano dolore e salvezza.
                    Antonio Prencipe
                    Composta giovedì 4 giugno 2015
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