Luce che riverberi e mi guidi

Luce che riverberi e mi guidi
nel buio chiaro che incombe
dimmi se oltre l'oggi più s'oscura
e tremendo un acuto terrore sorge
come sopporterò la greve sorte?
Non ho tue notizie da giorni
il cuore sbandato trema e presagi
congettura mia tenerezza di sempre.
Che ti è accaduto, dove sei
che forza ostile alla vita
ti assenta e di presenze mi priva?
Preludio al peggio forse
parla a vanvera la speranza?
Valanghe di malinconia
smottano da pendii di ore
aumenta il freddo serale
dell'invitto inverno
si insedia il vuoto dell'universo
sento della solitudine la mannaia
che impietosa mi decapita
vorace, intero una tristezza mi divora
pene mi crivellano a mitraglia!
Per riprendere fiato e coraggio
per attimi bivacco con ricordi lieti
mi riparo da funesti pensieri
ritorno a quando baldanzosa d'amor
leggera mi venivi incontro
e al braccio forte ti attaccavi
come edera ad un muro intiepidito.
A quel tempo fuggito trionfava
la tua buona salute, saltellavi
tra cieli stellati e sorridevi:
oh la fiaba che rapito
raccolto ascolto quando il dolore
sbadiglia e tregue dona!
Non ti arrendere, or sbalza fuori:
come una colomba apri le ali, svetta
riprendi quel volo perché non sei sola
perché ti amo e solo non posso restare!
Ritorneranno le rondini tra le gronde
all'ombra madidi correremo
per ripararci dai dardi del sole
ci riaddormenteremo e sveglieremo
insieme sullo stesso cuscino.
Oh restituiscimi la tua voce
ch'io più oda di te e mi consoli:
è la tua resistenza che tutto tiene in vita
e ci solleva: a me appartieni non al buio!
Passerà la piena avversa
che vuole portarti via
alla corrente non lasciarti andare
caleranno le acque in turbinio
mai straripi un fiotto e ci sommerga!
Composta venerdì 2 marzo 2018

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