Non "uguale" agli altri, perché non hai mai provato ed essere come loro. Lasciavi che gli altri fossero "diversi" da te e ci riuscivi bene. Non hai molti anni sulle spalle, ma la tua schiena è piena di orme di chi ti è passato sopra senza mai guardarti negli occhi. E nonostante tutto hai dispensato tanti sorrisi perché la tua schiena malridotta non ti ha mai fatto inaridire. Porti avanti i tuoi valori senza piegare la tua dignità, perché adesso hai imparato a "ripararti" e lo sai che elemosinare briciole dagli altri non è un sentimento verso nessuno. E per te solidarietà e lealtà saranno sempre gli altri nomi dell'Amore, ma solo in libertà.
Non mi piace il silenzio "non sereno", quello messo in pratica da chi decide solo per motivi suoi di non parlarti più perché magari "adesso è così". L'affetto non si dimostra con il silenzio. Il silenzio non "dice" nulla.
Quella persona che conoscevi una volta non esiste più. Con lei/lui se ne sono andati i suoi valori e i suoi principi. Oggi quella persona ha smesso di essere leale, generosa, fiduciosa, ecc. Ha perso anche il sentimento più bello, ha perso l'amore. Non sa più cosa significa quella parola, quella parola in cui credeva molto un tempo e pensava che un giorno potesse cambiargli la vita. Quella persona sperava che tutto un giorno potesse cambiare. Ma finì che un giorno con il trascorrere del tempo cambiò lei/lui.
Non serve che io parli, lo fanno i miei occhi, loro non sanno mentire. E adesso dimmi cosa dicono? Ti aiuto? Sono occhi stanchi perché, senza ipocrisia, in me c'è del dolore. Riflettono la fatica di tanti ostacoli superati e il senso di impotenza per quelli troppo grandi e insormontabili. Occhi colmi di ricordi belli e basta che li chiuda un po' e ne assaporo ogni emozione. Occhi che nonostante tutto sanno anche sorridere perché provano sempre ad andare oltre il mio orizzonte. Occhi che anche se piangono lo fanno con dignità perché io non abbasserò mai lo sguardo. I miei occhi sono il riflesso della mia anima.
Un attimo, fermati solo un attimo, "ascolta" il mio silenzio, guarda i miei occhi, osserva il mio viso, "studia" il mio sorriso. Hai mai ascoltato il "rumore" dei miei sospiri quando ingoio e buttò giù i bocconi amari? (Ormai sono tanti). Hai mai guardato le lacrime "sfuggite" e subito asciugate? Hai mai provato ad entrare nel mio "mondo" dove ci sono un "turbinio" di emozioni che mai riuscirei a descrivere a parole. Emozioni di un vissuto che non sempre riesco ad accettare (Sono umana, scusate). Entraci, e togliti le scarpe! Solo allora potrai comprendere e mai più giudicare.
Un nodo alla gola, le lacrime sono tutte lì, che magari riuscissi a scioglierlo! Perché fa male, stringe. Chissà forse è un nuovo modo di piangere: senza dar "fastidio", quando la "dolce violenza" del ricordo fa capolino, e nessuno se ne accorge perché guardandomi vedrà forse per un attimo solo occhi lucidi, ma quando tornerà a guardarmi le lacrime saranno tornate giù e tutto sarà come prima, come sempre.
Riemergo da quest'acqua gelida, gelida come il mio cuore, la mia ragione, che non mi fa pensare dolcemente, ma motivatamente cattiva, talvolta indifferente ai sentimenti altrui, forse per questione di autodifesa da tutte quelle illusioni datemi da credere da persone che non valevano la pena, o forse proprio dalle illusioni che mi sono creata io, dalla speranza che ancora alloggia in me.
Cammino a piedi scalzi tra questi vetri rotti di specchi ormai vecchi, che non si usano più, come abbiamo fatto noi, che un po' ci siamo buttati e un po' ci siamo tenuti, tra "ti amo" e "ti voglio bene" detti al vento.
A volte è davvero dura. Sembra talmente pesante da far piegare le gambe e cadere a terra; sembra che il suo peso ci schiacci togliendo il respiro. Poi, basta guardarla e capire che è vuota: c'è chi è passato di lì, per andare oltre. Ha fatto tutto questo per noi. Accadrà, le gambe cederanno, il suo peso ci schiaccerà, ma dovremo avere la forza di alzare lo sguardo e contemplarla. La Croce, tutto passa da lì.