Post inseriti da Giovanni Battista Quinto

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Scritto da: Giovanni Battista Quinto
Cogli un sorriso, non farlo scappare, riempi il tuo cuore di luce e calore, rigenera gli occhi ammirando un bel fiore; sappi che l'esser potrebbe mutare. Ringrazia il Signore, se puoi respirare. Ringrazia il Signore, se puoi camminare. Ringrazia il Signore, se puoi lavorare. Ringrazia il Signore, per la luce ed il sole; per il flebile vento che carezza un bel sogno, una spiga di grano estasiata al tramonto. Svariate volte ci capita di conferire priorità esagerata ad aspetti o situazioni che non necessitano di tante, oserei dire... troppe attenzioni. Ci lamentiamo per poco, per il sol fatto che il lunedì sia l'inizio di una nuova settimana lavorativa.
Composto lunedì 20 marzo 2017
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    Scritto da: Giovanni Battista Quinto
    È bene agire sempre con cuore sincero... perché solo l'originalità eleva l'individuo rendendo lo stesso davvero libero! Molti confidano in un agire effimero, fatto di imbrogli, di atti illeciti che generano, a lungo andare, soltanto negatività e stravolgono il senso pieno e profondo di libertà tramutando a piacimento ciò che più aggrada. Ognuno ha bisogno della propria libertà. Ma la libertà è fare ciò che più ci piace, sconfinando magari nella disonestà? No! Tutto ciò, a mio avviso, è vera schiavitù; ad es: l'essere schiavi di ossessioni quali l'esibizionismo, le ambizioni, il denaro, la materialità, il sesso, il desiderio di emergere a tutti i costi prelevando un po' da ogni parte per poi creare guazzabugli giganteschi... e per portare in giro i nostri falsi talenti dei quali ci vantiamo apertamente con grida disumane e prepotenti emesse a pieni polmoni e senza premure o attenzioni verso il prossimo, sbandierando qualità eccellenti rubate all'ignaro produttore di pensieri, opere ed abilità varie. Il mondo non sarà mai pienamente libero, finché regnerà la disonestà, fin quando l'egoismo e l'alterigia non cesseranno di mietere vittime.
    Composto domenica 19 marzo 2017
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      Scritto da: Giovanni Battista Quinto
      Mi rivolgo ai tifosi sfegatati ed agli psicopatici del calcio: ma qualche calciatore, alla fine del campionato, vi ha mai donato un centesimo del suo "meritato" guadagno? Non credo. E allora abbiate un minimo di consapevolezza conferendo al calcio il suo ruolo primordiale: quello di intrattenere, non di creare fazioni o lotte feroci tra svariate città.
      Composto venerdì 17 marzo 2017
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        Scritto da: Giovanni Battista Quinto
        E mentre il vento placa il cuore bellicoso, l'oscura tenebra lascia spazio al nuovo giorno. Che sia per tutti un giorno intenso; luminoso! Che sia ricordo emozionante: per giovani, adulti ed anziani con badante (soprattutto quelli);) amate l'anziano, amate il bambino, amate l'indifeso e chiunque abbia Dio nel cuore. Un abbraccio.
        Composto sabato 11 marzo 2017
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          Scritto da: Giovanni Battista Quinto
          Eri lì, diletta amica; ad un passo dal mio cuore; ed un soffio di poesia d'improvviso mi costrinse tra le braccia della vita, nella gioia che da sempre si riunisce al dolore; e un algido pensiero poi, di colpo, mi condusse alle porte del peccato, nel vetusto ed angusto mio dilemma, che ragione cancellò, riportando alla mia mente le paure del passato, ed io ignavo, son cascato, dove caddi altre volte, rotolandomi nel fango, nel mio esser uomo affranto, riluttante, esacerbato nei riguardi di un bel fiore, della luce celestiale che riporta il sentimento all'istinto primordiale, quando ancora diciottenne mi nutrivo di valori e di innocenza, e restavo lì a guardare i miei sogni in riva al mare.
          Vorrei tanto poter cambiare; vorrei tanto poter amare, sottraendomi per sempre al mio noioso ed inquieto modo di fare; abbattendo timidezze, incertezze ed ossessioni...
          regalando più sorrisi, allegria ed effusioni.
          Eri lì, prediletta amica, ad un passo dal mio amore. Ora Tu, non ci sei più ed io vago nella tetra oscurità, perché il mal non è la morte; il vero male è farsi abbattere dalla sorte, è farsi abbacinare da pensieri interiori che mai e poi mai avranno un seguito nella realtà di tutti i giorni.
          Perdere l'amicizia è una vera sconfitta.
          Ed io continuo imperterrito a seguir quel tratturo privo di luce, privo di mare, di sole, di cielo, di verde speranza.
          Siamo portati, per partito preso, ad addossare colpe a chi tali colpe non ha!
          Ma il più delle volte le colpe scaricate addosso al simile, con facondia e abilità innate, appartengono soltanto a noi.
          Com'è bravo l'uomo a favellar fandonie, com'è facile adoperar parole messe in fila, pulite, ordinate, con magari quel tocco di classe a far la differenza...
          Ma nei fatti siamo solo perdenza; rovina non tanto materiale, quanto morale.
          Offendiamo la vita perdendoci in puerili e pleonastici atteggiamenti, e non riusciamo ad assaporare il dolce succo che disseta l'anima, che rinfresca il mondo... chiuso tra misoneisti, innovatori illusi e tanta ipocrisia.
          Ho perso una candida amicizia e, nel mentre, accresce in me quel vuoto amaro che si traduce in dolore autentico ed infossato;
          dolor che sprofonda negli abissi di un mare che da cristallino ed amico diviene acerrimo nemico.
          Non voglio dilungarmi oltre; di parole già ne ho proferite in quantità, ma un'ultima cosa vorrei ben dirla:
          meglio ricevere il male, che provocarlo indirettamente facendo valere soltanto i propri diritti, gli egoismi, le gelosie e le vane illusioni.
          Composto domenica 5 marzo 2017
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            Scritto da: Giovanni Battista Quinto
            Cos'è la vita se non battito di cuore, semplicità, amor che proietta l'anima verso un'altra realtà, anelito di libertà che carezza un triste sentimento; lacrima di dolore che elargisce il suo splendore perdendosi nell'incantevole ed inesplorato infinito. Cos'è la vita, se non ricerca spasmodica di verità, voglia di crescere scegliendo un verde tratturo... che faccia ardere speranza. La speranza d'amarsi tutti un po', per provar meno risentimento e per stroncar sul colpo la rabbia che ci annienta. La vita è un fiore da coltivare e custodire con tatto e amore.
            Composto venerdì 3 marzo 2017
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              Scritto da: Giovanni Battista Quinto
              Un genitore che vive la disabilità (cognitiva, psichica o fisica) del proprio figlio come una condanna o una "vergogna", farebbe bene a vergognarsi di se stesso e della sua insignificante aridità di cuore. Meglio esser "disabili", che aridi di cuore! E sappiate una cosa: il vero disabile (mentale) è colui che nota nell'altro disabilità, difficoltà d'ogni sorta o inferiorità, provando in cuor suo vergogna o un senso di superiorità.
              Composto martedì 28 febbraio 2017
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