Post inseriti da Giovanni Battista Quinto

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Scritto da: Giovanni Battista Quinto
A proposito di Blue Whale: questa è l'esplosione di un disagio accumulato nel tempo! Questi messaggi che ci inviano non devono affatto essere sottovalutati. La generazione "internettiana" è sempre più fragile e sola, e cerca di attirar su di sé l'attenzione anche con gesti estremi. C'è troppa solitudine dovuta alla "infinita" libertà di agire (sovente in modo errato). La vera Libertà s'è tramutata in puro libertinaggio. I giovinetti di oggi già sono al corrente di tutto e seguono le mode che propone la globalizzazione con un clic di mouse. Basta un esempio negativo visto in un qualsiasi video (porcherie che si inviano tramite social) per ripetere lo stesso gesto come automi senza cervello (il tutto senza generalizzare, ovviamente). Ci sono tanti ragazzi capaci e privi di grilli per la testa.
Composto martedì 30 maggio 2017
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    Scritto da: Giovanni Battista Quinto
    Ad ogni traguardo formativo segue quasi sempre un futile quanto insulso formalismo. Ci si proietta sin da principio verso l'atto formale prestando attenzione, spesse volte, all'aspetto esteriore, a prescindere dai risultati ottenuti e da ciò che vi è di "sensato" nel cuore del fanciullo. In fondo quel che conta davvero è farsi una bella mangiata al ristorante, dopo aver espletato i riti religiosi. Poi cadiamo dalle nuvole quando un figlio appena adolescente entra nel giro della droga o si perde in violenze ed oscurità. Se non si parte dalle basi, tale mondo andrà di male in peggio.
    Composto sabato 27 maggio 2017
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      Scritto da: Giovanni Battista Quinto
      La pianta si serve di rami poderosi per nutrire con amore (linfa vitale) i fiori che presto diverranno frutti, belli da vedere e buoni da mangiare. Ogni ramo accoglie tanti fiori preziosi. L'uomo è paragonabile, a mio avviso, al ramo di una pianta incantevole. Egli potrà decidere se vivere in gioia, spargendo amore (fiori) nel mondo, o vivere calpestando l'altrui dignità, facendo prevalere l'astio e la presunzione (ramo secco). La prima ipotesi renderà giusta dignità all'intera umanità. La seconda farà seccare inevitabilmente il poderoso ramo; spegnendo, di conseguenza, la vita di chi ci circonda (gli altri rami)... e cancellando l'affetto che lega due o più anime, definitivamente!
      Composto martedì 27 maggio 2014
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        Scritto da: Giovanni Battista Quinto
        Alla base della gerarchia Sociale vi è la famiglia. Famiglia come fonte di vita, di amore, di gioia, di certezza, di conoscenza, di consapevolezza. La famiglia è il nucleo dal quale prende vita la società. Il bambino, prima ancora di venire al mondo, percepisce le carezze che la mamma o il papà inviano attraverso "il pancione"... , ma percepisce anche le incomprensioni possibili, i malumori, e tante altre condizioni. Quando il pargolo apre gli occhi al mondo nuovo è simile ad altri pargoli: anima innocente, fra tante anime, pronta a cibarsi delle cose di questo mondo. L'ambiente primordiale è l'ambiente familiare, ed il pargolo non potrà che dissetarsi alla fonte paterna e materna nei suoi primissimi, e fondamentali, anni di vita. Il resto verrà dopo. Una piantina di tre anni ha già raggiunto una certa stabilità esteriore; di conseguenza, a tre anni suonati, non si raddrizza più! La stessa cosa capita ai bambini. La scuola fa la sua "utile" parte in questo processo formativo, ma non può nulla senza la fattiva collaborazione dei genitori. C'è da dire che vi è tanta "superficialità" anche nella scuola, ma questo è un altro discorso. Di chi è la colpa? Un po' di tutti. Della stessa Società, a mio avviso; delle esperienze che ci porta a vivere.
        Il ragazzo non è salito al cielo invano. Qualsiasi esperienza negativa è un input per fare di più. Gli attori sociali sono in ordine: genitori, educatori, insegnanti di ogni ordine e grado. L'errore, come spesse volte affermato da me in passato, è l'arma formativa per eccellenza. Non v'è formazione senza errore.
        Composto venerdì 26 maggio 2017
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          Scritto da: Giovanni Battista Quinto
          Donne, mamme, uomini, padri: acquistate meno merendine al supermercato ed inculcate, se possibile, nei bimbi quel senso di responsabilità che sta alla base di un qualsiasi percorso formativo. I vostri figli spesse volte incorrono nella noia per assenza totale di responsabilità (responsabilità mai inculcate o mai maturate nel tempo). Giustifichiamo quasi sempre i nostri pargoletti, li difendiamo a spada tratta, siamo disposti a rifiutare qualsiasi consiglio che possa giungere in nostro aiuto per avvalorare la crescita interiore del fanciullo, percependo lo stesso come minaccia alla incolumità del lavoro genitoriale svolto. E così consegniamo alla società figli inadatti al dialogo, al rispetto reciproco; figli non idonei alla comprensione, all'accettazione dell'altrui pensiero o dell'altrui modo di fare. Abituate i vostri figli alla responsabilità! Non lavate i piatti vita natural durante al posto loro, ma fate in modo che qualche volta siano loro a lavare i piatti, a fare la spesa, a riordinare la stanzetta o a rifare il proprio lettino. Chi mi conosce sa che non accetto atteggiamenti violenti nei confronti dei bambini, ma metterli in condizione di provare quel "sano rossore" in volto, che solo la vergogna per qualcosa di errato riesce a provocare, sarebbe cosa positiva. Soprattutto fate comprendere il valore delle cose; cose conquistate con fatica e sudore. Non lasciate credere loro che tutto sia semplice da ottenere. Quando un ragazzo non ha interessi, ma solo tanta noia da gestire... fate scattare immediatamente l'allarme "uiii uiii uiii uiii uiii" fatelo rimbombare nella mente, nel cuore, e agite! Quando un ragazzo ci "sembra" annoiato, è già sul punto di non ritorno.
          Composto venerdì 26 maggio 2017
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            Scritto da: Giovanni Battista Quinto
            Ogni volta che capita qualche brusca variazione di rotta nella nostra illusoria tranquillità paesana, ci meravigliamo, chiediamo a noi stessi ed al prossimo il perché, i "come è possibile" ecc. Ogni volta restiamo a bocca aperta, stupiti, e ripetiamo con insistenza: "la realtà sta cambiando, cosa possiamo farci?".
            È possibile fare molto, tanto. Partendo da noi, dal nostro modo di agire nella società. C'è tanta incuria, troppo menefreghismo; poco attaccamento ai valori reali e profondi, legame indissolubile con realtà superficiali (inutile surplus).
            Ma la situazione più tragica è presente nell'incapacità (o nel rifiuto categorico) di cogliere i disagi interiori che questi ragazzi fragili portano nel cuore. Cerchiamo di motivarli, in unione di spirito e ragione, verso interessi veri, sensati; non abbandoniamoli mai! Ingrassiamo fanciullini come maialini d'allevamento e questo aspetto, probabilmente, ci consola, facendoci sentire genitori migliori..., ma: il cibo nulla può, se un ragazzo non riceve la giusta attenzione, l'idonea educazione!
            Non dite di si ai vostri figli. Abbiate il coraggio di dir di no! Non ingrassate i pancini dai tessuti elastici, ma riempite il loro cuore di affetto vero. Troppi ragazzi in disagio sociale, troppi fanciulli che crescono in solitudine; troppa apatia, infinita noia che sfocia sovente in rabbia ed in rancore.
            Educare non è per niente facile..., ma provare non nuoce.
            Composto martedì 23 maggio 2017
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              Scritto da: Giovanni Battista Quinto
              Buongiorno, c'è chi vedrà davanti a sé un giorno lungo e faticoso, chi vivrà un altro dì in tristezza, chi si lascerà prendere dallo sconforto, chi prenderà tutto con leggerezza. Comunque vada non lasciate che la noia vi porti via nel vuoto dell'esistenza, nel nulla della coscienza, nella materialità che non ha giustificazioni; fatevi prendere dal dubbio e dalle obiezioni, cercate di scoprire il perché di questo nuovo giorno; con discrezione, con tatto ed amore: per se stessi e per l'altro; in unione di cuori. Ricordate di non mettere da parte mai voi stessi per far piacere a qualcun altro.
              Composto sabato 20 maggio 2017
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                Scritto da: Giovanni Battista Quinto
                Mentre un malinconico suono insiste nell'atrio d'una Stazione vagando solitario ed inerme, sconcertato e deluso, ed insinuando melodie negli algidi cuori distratti e affaticati dai rumori di città, da telefoni impazziti sempre pronti a squillar, un uomo s'aggira nel vuoto immergendo i suoi pensieri nella nebbia e nell'attesa. Non più parole, non più sguardi, non più emozioni; soltanto silenzio: sorrisi rivolti allo schermo, scatti subitanei ed iracondi nell'apparente silenzio traditore; tutto ciò, per me, è solo scherno! Circondati da mille fandonie continuiamo a vagar nell'ombra, nel nulla d'uno stolido ed incerto cammino, trascinati nell'arido miraggio d'un futuro senza età, senza senso, senza più umanità. Non vuole il mio esser prodromo di catastrofi imminenti, ma siamo sulla via del non ritorno, sulla via che conduce alla diffusa indifferenza, alla non conoscenza, all'ignoranza sentimentale. I cuori continuano a battere, ma quel battito, senza amore, è destinato a perdersi nel mondo. No, non sono un misoneista, ma credo ancora nella reale innovazione. Cerco l'innovazione da sempre, ma non vedo futuro nella odierna tecnologia. Il futuro non credo possa colorarsi di nuove gioie, se come automi ci aggiriamo nel labirinto delle illusioni, dell'indifferenza; né penso sia presente in un telefonino o nella fantascienza, ma nei sentimenti e nella stima reciproca. Oggigiorno si parla e si chatta con emeriti sconosciuti distanti migliaia di km, ma non si ha il coraggio di guardare in volto a chi, deluso, ci tende la mano.
                Molto amareggiato.
                Composto sabato 13 maggio 2017
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                  Scritto da: Giovanni Battista Quinto
                  L'ispirazione dorme silente in un cuore che soffre, nell'uomo che "tace". Da sempre presente tra sogno e realtà, è pronta a "scattare" nel dolce momento, nel triste rimpianto, nell'intimo istante in cui l'anima anela a capire il mistero; il perché d'ogni cosa; dell'incerto vagare. Non credo nella ispirazione poetica, nelle "fatiche letterarie" (chi ama e sente qualcosa non prova fatiche di nessun genere), nelle vene od arterie; se ci siano o meno, non è cosa che possa riguardarmi; ma credo fermamente nella passione, quella che è presente nell'anima e che non puoi scacciare. La passione non è incostante, ma costante; è impulsiva, fastidiosa talvolta! Un fuoco che brucia e che non riesco, personalmente, ad estinguere; è più forte di me. Vorrei tanto andare via da questo social per non scrivere più. Non voglio scrivere più, vorrei starmene per conto mio, nel silenzio. Solo una cosa sostengo: non esistono vene, non esistono periodi. Basta un commento, una frase, una parola, un bel fiore o semplicemente l'alba per meditare e scriverci sopra.
                  Composto martedì 26 aprile 2016
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                    Scritto da: Giovanni Battista Quinto
                    Compassione ovvero "patire con". Si soffre se l'altro soffre, si gioisce se l'altro gioisce, si fa di tutto per render felicità al prossimo. La compassione se ne infischia di egoismi, di pensieri malsani, di invidie, di prepotenze o dell'illusione d'onnipotenza, di chiacchiere espresse in svariate lingue per sfoggiare la propria cultura. Va a braccetto con l'umiltà, con la dolcezza d'animo, con i sorrisi offerti ad un bambino; la compassione, talvolta, sembra essere soltanto una deliziosa illusione; vana speranza posta lì, ad illuminare il nostro cuore rattristato. Buon martedì.
                    Composto martedì 4 aprile 2017
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