Scritto da: Neoz
E dire che domenica avevi quegli occhi da bambina... senza fare rumore mi hai toccato mentre ancora sognavo nel mio mondo di emozioni di quarzo. E senza preavviso hai fatto piazza pulita delle tante anime di prima. Disarmante nell'innocenza. Ho dormito di te. Forse l'incontro era fuori tempo e il momento vacillante a meno di 7. Ora non so che fare dei nostri intrecci e del sapore di te. Sono fragile per annullarmi, fragile per crederci, pieno di quei pensieri delle illusioni che combatto per evaporare. Ora ho voglia di godere e frantumare il passato. Ho paura di investire emozioni e di svestire il mio corpo. Ho un altro momento da vivere più leggero, come non sono io. Che begli occhi vedrei.
Paolo Ferraris
Composto sabato 28 novembre 2015
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    Scritto da: Neoz
    Stasera il tempo è poesia. Scorre lento e profuma di un settembre che vorresti restasse. Le luci del tramonto sul mio fiume sintetizzano la vita e le passioni sono intense come i ricordi di gocce agrodolci. I raggi blu sono trame libere e raffinate; trattengono il cuore, che espande e si contrae come una supernova giocattolo. Lucidamente razionalizzi, contrastato dalla tua anima rattoppata di pezzi di seta. E uno dopo l'altro ti abitui ai tuoi sogni di cristallo e cartone, per cui sai che griderai fino a che avrai coraggio nelle mani ed amore nel cuore.
    Paolo Ferraris
    Composto domenica 20 settembre 2015
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      Scritto da: Neoz
      Il silenzio rende tutto meno vivo. Lo puoi toccare, ma non se ne va. Se lo respiri senti i pensieri, che gracchiano e strepitano per farsi spazio. Senti il passare del tempo, i secondi, le cose che invecchiano, la polvere, la materia. Sensi aumentati. Il silenzio stona e ride, come una donna di strada, empio, rugginoso, filiforme, trasparente, ed attende i tuoi passi per ritrarsi e riproporsi. Un lento scandire di luci mi porta da te, che sciogli il silenzio senza fare rumore.
      Paolo Ferraris
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        Scritto da: Neoz
        Certo. La rabbia, la delusione. Ma ora, per iperbole, ti ringrazio con il cuore. Perdere la stima di te mi ha dato una mano, mi ha lasciato un fiore appassito che ora profuma di agrodolce. Amarezza, ma anche una via preferenziale verso la consapevolezza dei miei equivoci, verso l'assorbimento del passato, che strappa sempre un macigno di vita dal cuore. La cognizione che non eri per me, che non lo saresti mai stata, mi hanno salvato da quell'infinito e contorto vortice autolesionista in cui molti inciampano, restandoci invischiati per troppo tempo. Enumerare con calma la lista delle nostre incompatibilità, delle incongruenze di te che non avrei mai saputo districare, gli sforzi di accettazione di quello che non mi hai saputo dare, mi hanno reso gelato come avresti odiato rivedermi, e mi faranno tornare caldo e nuovo come non mi conoscerai mai. Il tuo bisogno illogico di materialità, ha distorto il mio modo di essere rendendomi attore, con un copione traballante tra le mani, con la voce impostata senza dizione e direzione.
        Digerire la tua visione del mondo, le tue amicizie incomprensibili, le tue esigenze differenti ed inespresse, senza il sostegno di un altruismo che è amore, è stato difficile come non saprai mai. Perché ti ho rimosso dalla mia vita, assieme al tuo mondo, in quel modo perentorio che non fa parte di me, che non fa parte di te; ma su piani differenti, una volta ancora.
        So quello che ho sbagliato, se ti ho ferito tu l'hai fatto di più, ed il mio "mal de vivre" erano i contrasti del tuo amore che non mi ha mai convinto. Mi piacevi da impazzire, ma non mi entravi mai dove sarei riuscito ad amarti appieno. Altro che "non sai quanto"; lo so, poco. Non te ne sei nemmeno accorta, ma mi hai lasciato bruciature che non potrei dimenticare; che ho toccato il fondo è una tua convinzione, scherzare sulle emozioni e confondere sesso e amore è un'abitudine che io non riesco a gestire.
        Svegliati dal torpore domani. Ti regalo il sogno di realizzare prima te stessa, di trovare una tua direzione, perché un uomo non la può trovare al posto tuo; può impalcarti il guscio di una vita agiata, mentre la tua, quella interiore, la devi consolidare da te, con un po' di sofferenza condivisa. Ti auguro il meglio, hai ancora tanti anni per avere la mia esperienza, ma io nel frattempo sarò così pieno di stelline d'argento da non ricordare nemmeno il calore superficiale delle nostre notti. Ci siamo passati accanto, non c'entravamo nulla, non voglio più niente da te, non hai nulla da darmi. Grazie per essere stata arida come avevo bisogno di vederti. Non mi manca quel regalo che non ho mai potuto darti. Mi manca avere stima di te e le tue labbra in cui mi perdevo. Mi manca l'illusione di amare quella che non sei. Tutto il resto è vita per davvero. La mia.
        Paolo Ferraris
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