Scritto da: Rosita Ramirez
in Diario (Quotidianità)
Non si può vivere in mezzo alla paura, speriamo che un giorno finiscano tutti questi massacri.
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Non si può vivere in mezzo alla paura, speriamo che un giorno finiscano tutti questi massacri.
A volte la cosa principale che ci manca nella vita è la coerenza, nei gesti e nelle parole. Diciamo una cosa ne facciamo un'altra, tutto è il contrario che diciamo e che facciamo, così tutti noi viviamo allo sbando dei pensieri e dei sentimenti.
Fin da piccola mi hanno trasmesso alcune cose: principi, valori e un determinato modo di pensare e vivere. Malgrado mi imbatto sempre più spesso in un mondo che va privandosi di tutto questo non ho mai sentito in me la voglia, né la necessità di cambiare. Rimango legata a tutto questo da qualcosa di indissolubile perché è parte di me. Perché quei valori, quel pensiero e quel "vivere" in realtà sono io.
Io non sono cambiata per gli altri o a causa di altri. Dio quando son nata mi ha dato occhi per vedere, anima per sentire, cuore per amare, orecchie per ascoltare, mi ha dato la vita. È nella vita, le vicissitudini ti cambiano e ti fanno capire e agire di conseguenza. Sono cambiata per amore, sono cambiata per dolore, sono cambiata per migliorare, sono cambiata per non star male... sono cambiata per continuare a vivere, sono cambiata. Sì, sono cambiata, ma son sempre io, con i miei difetti, tantissimi, con i miei pregi, pochissimi, sono cambiata perché è la vita che ti cambia.
Il mio viso si illumina e i miei occhi brillano quando dalla finestra vedo cadere la neve. E davvero non so perché mi faccia così bene. Amo la pioggia, le giornate di vento, il sole e l'aria dell'estate, ma la neve! Ahhhh! Come potrei descriverne il sentimento? Forse lei cancella la realtà, forse cambia immagini, situazioni e paesaggi, tanto da poter cambiare anche la mia anima e il mio solito mondo... ma cosa mi fa la neve!? Mi rende certamente una giornata migliore.
Forse un giorno imparerò a non soffrire, a non pensare a chi amo e soffre, a non preoccuparmi per loro. Forse un giorno imparerò a mettermi in un angolo di fronte a cose "più grandi di me". Forse. Chi nasce lottando non imparerà mai a deporre le armi di fronte alle ingiustizie.
Sentirci in forma smagliante, avere un lavoro, i nostri affetti, le nostre certezze, non può farci ignorare che, forse, a pochi metri da noi, proprio dove non abbiamo il tempo di fermarci, dove gli altri sembrano felici, possono celarsi solitudine, dolore, disperazione, silenti richieste d'aiuto. Passare un minuto ad ascoltare, o fare una telefonata, bussare al vicino per augurargli buona giornata, chiedergli se ha bisogno di qualcosa, pur sembrandoci banale, può aprirci gli occhi e la mente su realtà che vogliamo ritenere non ci appartengano e non siano affar nostro. Mettere la testa sotto la sabbia, non implica che siamo immuni dal dolore e che un giorno non potremo esserne toccati di persona.
Dicono che le persone potenti, famose, con parecchi soldi, siano le più forti e preferite dalla società, da alcune donne e uomini, qui non si sa se li temano o li lodano, magari entrambi. Ma una persona sola che non ha nient'altro da vincere o perdere, può far scatenare un episodio mai registrato prima.
Il senso di colpa, spesso e volentieri, rappresenta la maschera ideale per non prendersi le proprie responsabilità, per non fare una cosa, per rimandarne un'altra, ecc. Per esempio. Dovrei andare a trovare mia nonna che sta male, ma continuo a non andarci per poi sentirmi ancora più in colpa, e più mi sento in colpa più non ci vado. Perché? Perché nel senso di colpa ci si autopunisce quel tanto che basta a giustificare il proprio comportamento, o non comportamento (non esiste un non comportamento). Se mi punisco per non aver fatto una certa cosa, posso continuare a non farla, dato che ho sofferto per mano mia. In altre parole, mi sento in colpa perché faccio (o non faccio) una cosa, e non faccio una cosa per potermi sentire in colpa. E via di seguito. C'è una bella differenza tra il giustificare il dolore, e utilizzare il dolore per giustificarsi.
C'è chi dice che soffre per la cattiveria delle persone, ed è vero che si soffre per la troppa malignità che risiede nel cuore delle persone. Io trovo sollievo e mi do forza facendo del bene, sperando che tutti capiscano che l'essere cattivi non serve poi a tanto.