Tommy Colasanto

Il colore dell'amicizia non è un pigmento neutro, ma fonde diversi colori, Come un arcobaleno che accoglie diverse tonalità, che pur essendo diverse si armonizzano. Oggi ciò purtroppo è difficilmente auspicabile. Durante l'adolescenza questo sentimento è enfatizzato, è vissuto in maniera assoluta. Spesso si tende ad andare morbosamente alla ricerca di un'amicizia, dando importanza piuttosto a un bisogno personale di colmare un vuoto. Un amico può costituire anche un rifugio, un aiuto in momento di necessità. Noi tendiamo a ricercare continue conferme nell’altro perciò l'essere umano può definirsi un "cercatore" sempre alla continua scoperta di se stesso e questo per le insicurezze personali che ognuno di noi ha. In questo modo il rapporto d'amicizia potrebbe divenire un punto d'approdo, anziché un punto di partenza. L'amico funge da “megafono” di quei sentimenti più nascosti, impercettibili da chi è sordo e non è in grado di comprendere. Sentimenti così forti che con Il tempo assumono dimensione di esperienza, che matura e si radica in una consapevolezza che resta viva, ma c'è sempre qualcosa che si perde. E' come un'onda che s’infrange contro gli scogli e poi va via. Rispetto al pensiero di Hobbes ritengo che un'amicizia possa nascere inizialmente per un'utilità, ma solo involontariamente, questo perché tendiamo ad avvicinarci a chi può costituire per noi un miglioramento. Invece, il mio pensiero è più affine a quello di Cacciari, infatti è fondamentale rispettare la diversità dell'altro. Rispettare le diversità altrui significa riconoscere quelle che ognuno di noi ha. Esse sono riflesse meglio negli occhi dell’altro e si riflettono nei propri, perché il più delle volte la vera diversità è nello sguardo di chi guarda, non di chi osserva la propria diversità vivendola. Concluderei con un aforisma di Cicerone da me condiviso:”Bisogna dare all'amico in primo luogo quanto sei in grado di dare, in secondo luogo quanto la persona che ami e vuoi aiutare è in grado di sostenere”.
11 anni e 4 mesi fa

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    Tommy Colasanto Il colore dell'amicizia non è un pigmento neutro, ma fonde diversi colori, Come un arcobaleno che accoglie diverse tonalità, che pur essendo diverse si armonizzano. Oggi ciò purtroppo è difficilmente auspicabile. Durante l'adolescenza questo sentimento è enfatizzato, è vissuto in maniera assoluta. Spesso si tende ad andare morbosamente alla ricerca di un'amicizia, dando importanza piuttosto a un bisogno personale di colmare un vuoto. Un amico può costituire anche un rifugio, un aiuto in momento di necessità. Noi tendiamo a ricercare continue conferme nell’altro perciò l'essere umano può definirsi un "cercatore" sempre alla continua scoperta di se stesso e questo per le insicurezze personali che ognuno di noi ha. In questo modo il rapporto d'amicizia potrebbe divenire un punto d'approdo, anziché un punto di partenza. L'amico funge da “megafono” di quei sentimenti più nascosti, impercettibili da chi è sordo e non è in grado di comprendere. Sentimenti così forti che con Il tempo assumono dimensione di esperienza, che matura e si radica in una consapevolezza che resta viva, ma c'è sempre qualcosa che si perde. E' come un'onda che s’infrange contro gli scogli e poi va via. Rispetto al pensiero di Hobbes ritengo che un'amicizia possa nascere inizialmente per un'utilità, ma solo involontariamente, questo perché tendiamo ad avvicinarci a chi può costituire per noi un miglioramento. Invece, il mio pensiero è più affine a quello di Cacciari, infatti è fondamentale rispettare la diversità dell'altro. Rispettare le diversità altrui significa riconoscere quelle che ognuno di noi ha. Esse sono riflesse meglio negli occhi dell’altro e si riflettono nei propri, perché il più delle volte la vera diversità è nello sguardo di chi guarda, non di chi osserva la propria diversità vivendola. Concluderei con un aforisma di Cicerone da me condiviso:”Bisogna dare all'amico in primo luogo quanto sei in grado di dare, in secondo luogo quanto la persona che ami e vuoi aiutare è in grado di sostenere”. 11 anni e 4 mesi fa - pubblicato su Facebook
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    Tommy Colasanto La fiducia è come un castello di sabbia difficilissimo da costruire, ma facilissimo da distruggere! Paragono allo stesso modo l'animo umano, e qualsiasi sentimento umano la sabbia sta rappresentando, la fragilità del rapporto umano, ma allo stesso tempo ogni piccolo granello di sabbia simboleggia un piccolo gesto che l'uomo compie per costruirlo, ci vuole tanta cura per rendere il castello forte, per questo bisogna costruirlo con calma, pazienza e meticolosità le torri, il primo piano poi il secondo e così via.. lo guardiamo con rispetto, perché non vogliamo lederlo in alcuna maniera! Poi, se analizziamo anche l'ambiante noi, costruiamo un castello di sabbia sulla spiaggia con il sole, quando il mare è tranquillo, perché non possiamo farlo se dentro di noi, c'è il mare in burrasca! Scegliamo di costruirlo lontano dal mare, perché abbiamo paura che un'onda anomala, infranga contro gli scogli e Passa distruggerlo! E quando accade, anche se, lo si ricostruisce con tanti sforzi, non si può utilizzare la stessa sabbia che si è utilizzata in precedenza, perché qualcosa inevitabilmente, cambia nel nostro animo, non ci sentiamo più dentro come prima, dopo aver ricevuto una delusione! 11 anni e 9 mesi fa
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    Tommy Colasanto Un limite é qualcosa d’inesplorato di noi stessi! Un viaggio da compiere, con coraggio, qualcosa di cui non siamo a conoscenza. Gli dei imposero come limite del mondo le colonne d'Ercole, perché non conoscevano altro? Ho perché, magari avevano paura di scoprirlo? Forse vi chiederete quelli sono oggi le colonne d'Ercole che l'uomo deve superare? Sono le sono le nostre menti che il più delle volte hanno dei parametri già precostituiti! La via può essere paragonata a un grande cubo di rubik con le sue mille sfaccettature, inizialmente può sembrare imperfetto, disordinato e caotico, ma ruotando il cubo pian piano è evidente ogni sfaccettatura, ogni realtà che a messo in disordine il cubo, ma girando e riguardo ogni colore trova la sua giusta sistemazione dando forma al cubo facendolo tornare in equilibrio in maniera tale potrà spiegare la natura del suo caos iniziale! Questo è il limite umano. 11 anni e 10 mesi fa