Commenti a "Mancanze. Quando, da difetti, diventano assenza..." di Violetta Serreli


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Tutte le persone, anche quelle che possono apparire le peggiori, hanno un altissimo valore (talora solo potenziale, ma pur sempre altissimo valore), ragion per cui nessun valore che loro si attribuisca è mai esagerato.
     Il vero problema è invece che spesso desideriamo dagli altri e proiettiamo su di loro qualità, possibilità, speranze, conforti e in genere orizzonti di felicità che in realtà possiamo trovare solo in fondo a noi stessi. Ciò che insomma tu esprimi col termine "aggrapparsi".
      La delusione (prima o poi immancabile) di queste aspettative è però in realtà molto salutare, perché di solito genera una ruminazione interiore che conduce a trovare in se stessi i tesori e le consolazioni che si cercavano altrove.
      Tutto ciò, lungi dal portare a una situazione di misantropo isolamento, conduce invece a trovare, oltre che le proprie radici, anche le radici degli altri e dell'universo intero; con lo splendido risultato di non caricare più di prospettive egoistiche il proprio rapporto con gli altri, e di riuscire ad amare in maniera per un verso più altruista, per l'altro esente da ogni aspettativa, e quindi da ogni possibilità di cocente delusione.
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un'analisi perfetta, Giuseppe. Considerando che tante volte ci si aggrappa alle persone per solitudine.... dando loro un valore esagerato.
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Quanto meno profondi e più superficiali sono i sentimenti, tanto più le ferite si attutiscono in zuccherose e spesso solo ostentate nostalgie. Viceversa, certe ferite possono mutarsi in veri e propri lutti se i sentimenti erano molto profondi. Lutti che naturalmente riguardano non una persona, ma una creatura comune, un arco voltaico spezzato, una magia irripetibile perduta per sempre.

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