Commenti a "La morte è un dato di fatto, non un mistero..." di Sir Jo (Sergio Formiggini)


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Insomma la fine dell'autostrada vita.
Certo, così intesa, la m0rte non è un mistero. Tutt'altro.
Il mistero, però, per citare le tue stesse parole, non è solo "la vita di cui non conosciamo lo svolgimento, ma solo il finale", ma anche ciò che vi è all' "interno" di quel finale, "il suo dopo".
Il mistero m0rte (se dopo il casello vi sia qualcosa, e che cosa) lo sposti, ma non lo elimini...
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Posso essere d'accordo con tutto quello che stai dicendo, ma non lo sappiamo con certezza.

Per me la m0rte è il momento in cui finisce la vita, quello che é al suo interno è altro. Il termine m0rte significa fine della vita che vediamo e nient'altro!!!

Quindi il commento sulla vita dopo la m0rte è sì interessante, ma non inerente il concetto che voglio esprimere.

La resurrezione, il paradiso, l'inferno, i mondi paralleli, i fantasmi, etc, etc non li vedo come forme di m0rte, ma di vita post-m0rte ... Quindi caso mai esistessero non sono m0rte, ma il suo dopo.

Per me il concetto di m0rte è il dato di fatto che la vita come la vivamo prima non c'è più!!!
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E' questo poi, in genere, l'errore dello scientismo (errore vecchio quanto è vecchio il mondo, e addirittura antecedente al venire in essere del metodo sperimentale): ritenere definitive le conclusioni acquisite, il "sistema" del mondo esistente nel proprio periodo storico. Mentre invece è proprio del metodo scientifico il DOVERE di ritenere che NULLA, ma proprio NULLA sia acquisito o possa essere dato per scontato e per certo. Sopra tutto, poi, ove si sia in presenza di fenomeni inquietanti che potrebbero indicare il contrario.
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Ora: se la coscienza di chi è fisicamente "vivo" perdurasse anche dopo la m0rte fisica, mi sembra evidente che si potrebbe (e si dovrebbe) parlare non di fine, ma di mutamento.
      Ciò naturalmente non esclude che, in prima approssimazione, si possa parlare di m0rte come fine di ciò che riteniamo, per esperienza, vita. Ma si tratta di un dato teoricamente impreciso: un po' come voler ritenere che una certa misura dia luogo ad un numero intero, solo perché non si hanno i mezzi per misurare il sussistere delle eventuali cifre decimali. In questi casi, rigore concettuale impone invece di riconoscere che la misura, cioè la deduzione (scientifica o filosofica che sia, non ha importanza) è approssimata alla cifra intera. E che dunque resta ampio spazio di ricerca alla possibilità che cifre decimali sussistano.
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Il vero problema, al riguardo, è la COSCIENZA, cioè la consapevolezza di esistere: se essa sia legata alla materia e dipenda dalla materia, o se sia - per caso - un qualcosa di attinente ad altra sfera, che possa persistere anche dopo la m0rte fisica e cerebrale. Le esperienze di prem0rte (NDE, near de*ath experiences) parrebbero testimoniare proprio in quest'ultimo senso.

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