Commenti a "Il futuro è adesso, non domani." di Giampiero Piovesan


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postato da bluedeep, il
:-)
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Allora, ammettiamo non tanto che il tempo non esista, quanto che la nostra percezione di esso sia diversa dal reale.

Teorizziamo che quello che noi vediamo come tempo sia semplicemente dovuto ai cambiamenti di stato della materia che c'è intorno. Il tempo noi abbiamo cominciato a calcolarlo proprio in funzione di cambiamenti di stato intorno a noi: il giorno, la notte, ma anche più semplicemente ora la preda e quì, ora e lì, in questi casi ci sono dei macroscopici cambiamenti di stato della materia ... Bene quindi il tempo è risultato dei cambiamenti di stato e non sua variabile... Carino! Questo porta a considerare cosa sia a generare i cambiamenti di stato della materia, tralasciando molte cose, possiamo, ad oggi, avere una consapevolezza che a consentire i cambiamenti di stato della materia sia l'energia che la eccita ... osservando ancora scopriamo che tale energia è soprattutto radiante ... potrebbe essere il calore, potremmo avere un tempo che ticchetta in modo diverso a seconda del ciclo termodinamico in cui si muove una certa massa ... Ok! Potremmo elucubrare ed arrivare a dire che ogni sistema termodinamico ha quindi un ticchettare diverso ...

Vorrà dire che abbiamo scoperto il modo di posizionare le cose che succedono relativamente a stati cardinalmente ordinati della materia ... Il tempo diventa semplicemente il ticchettare di quei cambiamenti di stato (eventi) e non ciò che li fa avvenire, tutto ciò mi pare verosimile e molto sensato!!!

Non cambia molto rispetto a quella che è la considerazione del passato, del presente (che è uno stato puntuale), e del futuro umani.

Immaginando il tempo funzione dell'energia radiante si potrebbe immaginare la dilatazione o il restringimento della velocità del ticchettio con interessanti implicazioni ... si potrebbe immaginare uno stop del ticchettio dovuto all'assenza totale di energia (0 assoluto?) e poi un nuovo bagliore energetico che ri-acceleri il sistema ... ;)

A proposito del ticchettare diverso mi viene in mente una cosa molto interessante!!! Considerato che la maggior parte del vuoto siderale si approssima allo 0 assoluto è possibile che tale cosa sia d'ausilio agli alieni per venirci a trovare?
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postato da , il
Il vero problema che parrebbe rimanere, relativamente al "prima" e al "poi". è il prima e il poi logico, cioè la necessità logica che la conclusione segua la premessa.
     Forse però anche questo problema si può superare ove si pensi che in gran parte delle scoperte scientifiche, e anche dei ragionamenti in genere, premesse e conclusioni sono un tutt'uno, e spesso l'intuizione anticipa le conclusioni, che vengono solo poi sorrette, a fini dimostrativi, dal procedimento logico.
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postato da , il
it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rovelli

Al link qui sopra troverai in articolo di wikipedia che spiega in sintesi chi è Rovelli e di cosa si è occupato e si occupa.
    Interessanti ai fini del nostro discorso sono in particolare le parole " la sensazione dello scorrere del tempo è, in un certo senso, un'illusione derivata dall'incompletezza della conoscenza."
    Naturalmente, fino a circa 2 ore fa io non sapevo neanche chi fosse, Rovelli.
    Ciò di cui invece sono certo è che lo percepisco alla stessa maniera in cui un pesce abissale potrebbe percepire un essere umano che, goffamente barricato in un batiscafo, si avventuri in quel mondo  "sconosciuto" che a lui è invece perfettamente noto e congeniale.
    Purtroppo.
    E dico "purtroppo" perché non è mica una bella cosa, essere un pesce abissale. Ma questa è un'altra storia.
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postato da , il
L'illusione non sei tu per me, o io per te, o i libri, o le musiche, o l'amore. L'illusione è l'habitat in cui crediamo di vivere, nel senso che questo habitat, tempo compreso, dipende dalla nostra percezione "normale" della realtà.
    Da tempo vado ripetendo che esistono diverse possibilità di percezione, diversi modi di percepire, diverse "realtà" in cui è possibile vivere. Ma ti faccio un semplice esempio.
    Ho conosciuto di persona, mi pare di avertelo già detto, un bambino (segnatamente un mio nipotino) che a soli 3 o 4 anni di età risolveva nell'arco di pochi secondi i rebus più difficili della settimana enigmistica. Ricordo ancora lo stupore mio e dei genitori nel sottoporgli i fascicoli appena comprati in edicola, e vederlo balbettare in pochi istanti soluzioni esatte che noi neanche immaginavamo. Avevamo dunque un genio, in famiglia?
    Arrivato intorno ai 15 anni, quel medesimo bambino manifestò una vera e propria idiosincrasia per la matematica. Lo seguii per un'intera caldissima estate, tentando di spiegargli nella maniera più facile possibile cose lapalissiane che ciò nonostante non riusciva a capire. Oggi parla correntemente una dozzina di lingue (le imparava con una facilità strabiliante), ma quanto alla matematica...
    Tutto questo l'ho detto per renderti evidente che ciascuno di noi è un mondo a parte. Se quel bambino "vedeva" i rebus, ed era capace di imparare una lingua (anche le più "difficili") in poche settimane, e semmai, non riusciva a risolvere una semplice equazione di primo grado, ciò può avere un solo significato: non vedeva il mondo come lo vedevamo e lo vediamo noi.
     Orbene, circa il tempo, tu dici che il tempo esiste, e che la prova di questo sono i nostri ricordi. I nostri ricordi, invece, sono semplicemente la prova che esistiamo noi. Ma cosa siamo o chi siamo noi, eh, questo è molto più difficile da dire.
     Al commento 14, dicevo che le cose sembrano funzionare come se fossimo NOI SOLI ad esistere, e tutto ciò che ci circonda, tempo compreso, fosse solo uno schermo bianco su cui proiettare noi stessi.
     IL TEMPO SIAMO NOI.
     Ti pare un'affermazione "scientificamente" incredibile?
     Sottopongo alla tua pazienza questa "lectio magistralis" dal titolo "il tempo non esiste", tenuta da Carlo Rovelli, ordinario di fisica teorica, uno dei nostri giovani "cervelli" fortunatamente (per loro) fuggiti dallo squallore nepotistico delle nostre università, e poi, se vuoi, ne riparliamo. La "lectio" dura solo mezz'ora; l'altra mezz'ora circa comprende le domande dell'uditorio, e le risposte di Rovelli.

          www.auditorium.com/eventi/podcast?id_podcast=5224388&start_id=5193499

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