Scritta da: Lady R.
in Frasi & Aforismi (Libri)
Che sollievo. Il sollievo dell'armatura che scopre dentro di sé un cavaliere ancora vivo.
dal libro "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman
Che sollievo. Il sollievo dell'armatura che scopre dentro di sé un cavaliere ancora vivo.
Col tempo si dimentica perfino la paura di calpestare le righe tra le piastrelle.
Perché a volte, nei momenti più impensati, per strada, puoi sentire l'anima lacerarsi, catturata nella storia di qualcuno che ti è appena passato accanto. La maggior parte delle volte, però, quelle storie vengono sradicate e muoiono subito, senza che gli interessati si rendano conto di ciò che hanno perso.
E con quello sguardo mi chiedi ancora: chi sei? Non so, vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me. Sì, se solo non avrai paura di vedere – forse sarò.
Tu devi, devi credermi. Io mi rivelo solo al secondo sguardo, o al terzo, mai a quello che effettivamente mi osserva.
Ma non ho mai incontrato una persona alla quale abbia desiderato affidare la mia anima. Ci sono dei geni a cui vengono date le tessere di un puzzle con l'immagine di un pappagallo e loro ne ricavano un pesce. Io ti ho consegnato un parassita e tu hai ricomposto un uomo. Usando gli stessi pezzi ma migliorandone il risultato.
Cosa augurarti? A dire il vero, dovrei augurarti te stessa, perché tu sei il regalo più prezioso, più raro a cui possa pensare. Vorrei essere più coraggioso, per te.
E com'è possibile che chi ha osato esprimere un desiderio così grande alla vita provi anche tanta paura nei suoi confronti?
Quando sono con altra gente (mi è venuto in mente stasera, mentre facevo il bagno a mio figlio) – non importa se estranei o molto vicini – c'è un pensiero che non mi abbandona: sanno tutti fare con naturalezza ciò di cui io mi sento assolutamente incapace: mettere radici.
Tu lo chiami Dio ma io non lo conosco
la mia spiritualità non si esprime nel culto
il mio Dio non vive in cielo non sa neanche volare
se ho bisogno di lui non lo devo pregare
non divide le acque non moltiplica i pani
il mio Dio è la mia pancia e muove lei le mani...