Scritta da: Michele Pernozzoli
Laurea est gualdrappa quaedam quae superposita asino facit eum doctorem, sive asiniorem.
La laurea è quella groppiera lussuosa che stesa su un asino lo proclama dottore, ossia maggiormente asino.
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Laurea est gualdrappa quaedam quae superposita asino facit eum doctorem, sive asiniorem.
La laurea è quella groppiera lussuosa che stesa su un asino lo proclama dottore, ossia maggiormente asino.
Non crederò mai che Dio giochi a dadi col mondo!
Il giudizio universale è il mondo stesso.
Nemo mortalium omnibus horis sapit
Nessun mortale è saggio a tutte le ore.
Lasciami andare a vedere il sogno, la velocità, il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste, questa notte lasciami vivere laggiù sull'orlo del mondo, solo questa notte, poi tornerò...
Un tempo guardavo i tuoi occhi per vedere le stelle, ora quardo le stelle per ricordare i tuoi occhi.
Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti e che io devo fare il massimo sforzo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.
Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo. Ciò che conta è tutto dentro di noi; da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d'amore e d'accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.
La fanciulla mi assorbiva totalmente, senza però che io mi unissi alla conversazione generale. La sentivo vivere e muoversi come racchiusa in una musica soave, e il delicato, profondo fascino del suo essere mi circondava denso, dolce e forte come il profumo di un fiore. Per quanto benefico ciò mi fosse, potei sentire senz'ombra di dubbio che la vista di lei non poteva quietarmi e saziarmi e che il dolore, se di nuovo fossi stato separato da lei, sarebbe diventato assai più tormentoso. Nella delicata persona di lei sembravano guardarmi la mia sorte e la fiorente primavera della mia vita, che dovevo afferrare e tenere, perché non sarebbero più tornate. Non era un desiderio fisico di baci e di una notte d'amore... era piuttosto una lieta fiducia che in quella cara figura il mio destino volesse incontrarmi, e che l'anima di lei mi fosse affina e amica, e che la mia felicità dovesse anche essere la sua.
Era fatto così, lui. Un po' come il vecchio Danny: non aveva il senso della gara, non gli fregava niente sapere chi vinceva, era il resto che lo stupiva. Tutto il resto.