Scritta da: Mattia G.
L'alunno M. G. porta in classe un bonsai e comincia ad innaffiarlo e potarlo accuratamente. Al mio richiamo risponde che anche le piante sono esseri viventi e hanno bisogno di cure. Per questa volta chiudo un occhio sconfitta, ma quando estrae l'ipod e gli dico "che sta facendo" mi dice che se si fa ascoltare della musica classica ad una pianta cresce meglio. Ho scoperto poi che quella che definiva "musica classica" non era altro che un volgare brano di un rapper.
Anonimo
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    Scritta da: Mattia G.
    L'alunno M. G. porta un cane randagio in classe dicendo che era senza un padrone. Quando gli faccio la richiesta esplicita di cacciarlo fuori dalla classe, lui lo porta in bagno e lo chiude nel locale, dicendo di aspettarlo fino alla fine della lezione. Sono venuta in seguito a sapere che il cane è entrato davvero a far parte della famiglia di M. G. su concessione dei genitori.
    Anonimo
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      Scritta da: Mattia G.
      L'alunno M. G. viene a scuola con le ciabatte ai piedi. Me ne accorgo solo quando lo vedo mentre estrae dal proprio zaino un cuscinetto gonfiabile, lo appoggia sul banco e finge di dormire, russando rumorosamente. Quando viene ripreso, dice che viene a scuola tutti i giorni svegliandosi alle sei, e che quindi ha diritto a delle ore di vacanza retribuite.
      Anonimo
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        Scritta da: Mattia G.
        All'entrata della vicepreside in classe, l'alunno M. G. grida più volte ai compagni "forza, cavalieri, massacrate quel mostro!". La vicepreside indignata lo minaccia di far chiamare i suoi genitori, e lui per tutta risposta finge di combattere contro il "mostro" usando come scudo il registro e come spada una forbice, che secondo lui sarebbe invincibile poiché intinta nel sangue di drago. Chiedo l'intervento del consiglio di classe e l'allontanamento dell'alunno per giorni 2 dall'istituto.
        Anonimo
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