Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...voltò. La stanza era avvolta nella penombra. In quel preciso momento scattò qualcosa dentro di lui. No, non era più il bambino del giorno prima. Era cresciuto, lo sentiva; ormai era un uomo, pronto ad affrontare le avversità della vita. Non avrebbe più pianto.
Si vestì di un farsetto nero e un paio di pantaloni dello stesso colore. Quando raggiunse la cucina, sua madre era intenta a preparare delle frittelle.
"Oh ti sei svegliato."
Il sorriso di lei lo travolse.
"Qualche minuto e sono pronte. Vai a chiamare Claire. È fuori che dà da mangiare alle galline."
Un sorriso incerto e un cenno d'assenso del capo furono le uniche cose che riuscì a fare.
Uscì e vide sua sorella intenta a far due chiacchiere con una chioccia tremante dal freddo.
"Mamma dice che è pronta la colazione, vieni?"
"Sì, qua ho finito. Vado a mettere a posto il sacco e ci sono."
"V... Vuoi una mano?"
"No, tranquillo, faccio da sola"
Era lui, ora, l'uomo della famiglia. Eppure... Improvvisamente si sentiva completamente inutile. Avrebbe dovuto mandare avanti la baracca da solo, invece si era svegliato tardi e ancora non aveva fatto nulla di utile. "Ah, basta, è ora di muoversi". L'odore delle frittelle ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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