Scritto da: Mariella Buscemi
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...dalla curiosità di vedere, sentire, toccare l'amore, quando non ci è dato vederne mai, realisticamente, il volto, pena perderlo per sempre. È un averlo accanto e non conoscerlo o non riconoscerlo o, ancora, un non volere essere riconosciuto; dovremmo, dunque, auspicarci una psiche cieca o un amore invisibile? (Il richiamo è all'opera di Apuleio "Amore e Psiche" ).
Ritorniamo, quindi, al conflitto iniziale. Abbiamo trattato, tuttavia, del conflitto umano, essenza dell'individuo, energia, dinamismo, anche sofferenza e confusione, indecisione, eppure, sempre conflitto che abita l'uomo dall'interno che lo proietta all'esterno o lo introietta ulteriormente. Non ci rendiamo conto del fatto che sia l'amore stesso a portare in sé un conflitto. Una grande intuizione psicologica di Catullo ci dice che, in quanto uomo, egli sia capace di odiare ed amare (perché anteponga la capacità di odiare a quella di amare non possiamo saperlo, possiamo solo dire che la letteratura al riguardo attesti che l'odio sia primitivo rispetto all'amore e che, quindi, forse intuitivamente, siamo portati, generalmente, a menzionarlo per primo). Il poeta latino non sa spiegarsi il perché della coesistenza dei due sentimenti all'interno degli individui, ma di una sola cosa si mostra assolutamente certo: soffre! In molti scritti, poesie, opere, drammi ... [segue »]

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