Il dolore è una preghiera che chiede alla disperazione di distogliere lo sguardo. Non guardarmi, se ormai hai questa idea di me. È insopportabile questo tuo sguardo che ha il significato di voler scoprire parti di me che mai troverai. Guardami con gli stessi occhi che mi hanno voluto e creduto, senza che io possa pensare cosa vuoi fare di me. Se avessi la conoscenza di poterti fare percepire i miei pensieri, sapresti quanto sono sempre stato tuo. Senza debolezza o fragilità. Non alleggerire il tuo cuore con caduche verità. Forse dovrei correre via e percepire il battito del mio cuore fino a quando le mie orecchie si troveranno al punto di rifiutarsi di sentire. Forse avrei dovuto parlarti di più, parlarti di me e della mia immaginazione nel pensare a noi due. Tu prova a spiegarmi come hai fatto a non capire quanto il tuo benevolo sguardo abbia dettato l'impossibile al mio cuore e con quanto amore il mio lo abbia sempre ricambiato. Amaramente, mi chiedo ora, se non avrei dovuto affrontare i tuoi occhi con la capacità di infondergli il mio bene e non solo in modo tale da rappresentare l'unica ragione, l'unica emozione di uno sguardo che arriva dal cuore. Attenderò, nuovamente, che tu possa riscoprire quella verità che ti ha avvicinata a me. Come una liberazione dagli aspetti negativi di una realtà che ci allontana. Spesso si è disillusi dalle aspettative mancate. Ma io non ho mai perso la speranza di poterle riconquistare. E di riconquistarti.
dal libro "A qualche occhiata dal cuore" di Giorgio Baiardi
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