Scritto da: Giovanna Politi
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...e dai veli dei dubbi del cuore... eravamo entrambi finiti, e non so come, sul pavimento con le mani incrociate, e sudate, con i corpi che bramavano di appartenersi, incapaci di contenere l'ardore... e poi il corpo suo sopra al mio con furore, ed il mio sopra al suo per il più alto godimento d'amore.
Ci sfinimmo di baci piangendoci addosso lacrime disperate per il lungo tempo in cui le nostre membra e anime erano state separate, piangemmo entrambi sul nostro piacere, ne implorammo la fine anche se non avremmo mai voluto finire, almeno non prima che il cuore ci potesse scoppiare! Lui leccò con passione le lacrime sue dalle mie guance irrigate, io leccai con tenerezza le mie dalle sue labbra bagnate, e intanto sentivo le mani sue sui miei fianchi, che esperte seguivano il movimento ondoso assecondando il piacere; lui che conosceva benissimo la strada per poterci arrivare, mentre a chiunque altro, avrei dovuto insegnare. Era Stefano, era esplosione, di quelle che dopo cent'anni nemmeno Dio le può cancellare, di quelle che al solo ricordo trasali, e tutt'intorno è roboante potenza, è frastuono, è rumore.

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