Un mezzogiorno d'agosto


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...intrattenevo a parlare con i contadini, affascinato dalle leggende con cui, attraverso l'invenzione e la menzogna, venivano raccontate le verità del mondo.
Durante un mezzogiorno leonino dei primi d'agosto la canicola sembrava dover divorare tutto ciò che mi circondava. L'aria era tersa, sembrava allo stesso tempo forte e delicata. Il terreno ardente, per alcuni tratti ancora ricoperto dalle ceneri e dai lapilli espulsi dal Vesuvio durante l'eruzione di qualche anno prima, bruciava come carbone acceso. Il sole picchiava forte, non si avvertiva un alito di vento; regnava un gran silenzio, rotto, di tanto in tanto, dal frinito delle cicale o dal fischio di qualche merlo. L'atmosfera appariva irreale ma spettacolare; si sentiva il calore del terreno salire lungo il corpo, facendo percepire una sorprendente sensazione di piacere.
Avevo da poco consumato il pranzo insieme ai contadini e mi accingevo a leggere, come tutti i giorni, qualche pagina del romanzo di Dostoevsky, dopo essermi adagiato all'ombra del più folto e ombreggiante albero di castagno.

Una donna di media statura, con i capelli neri raccolti in una treccia, si avvicinava al posto dove mi ero sdraiato; percorreva un viottolo interpoderale che passava nei pressi del castagno, per accorciare il percorso verso un ... [segue »]

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