Scritto da: Mariella Buscemi

Bella di notte


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...cominciava a battere sul piattino ed urlare forsennatamente, battendo fragorosamente le mani e cacciandole via impaurite. Era un sadico gioco e lei mi diceva che io appartenevo alla famiglia delle colombe selvagge, ma che un giorno, la sete sarebbe stata troppa, sarebbe diventata arsura ed avrei sentito il bisogno di fermarmi e, finalmente, fidarmi, stare e restare, stancarmi ed appoggiarmi e, forse, quel tempo è arrivato, ché di anni dentro me ne sento il doppio e mi sento con la schiena curva ed un bastone sul quale far leva ci vorrebbe. Ho amato le tue belle di notte quando qualcuno ci ostacolò nel vederci ed io scappavo tardi per venire da te. La bella di notte si rendeva testimone del nostro abbraccio e mi dicevi che io arrivavo quando lei sbocciava e, così, sbocciavamo insieme. E non ci sei più, ma le belle di notte sono rimaste, non c'avrei scommesso, ma salgono attaccate al flessuoso stelo verde che si arrampica caparbio appena trova un appiglio e così sono io. Vado a dare l'acqua alle piante ed attendo che una colomba selvaggia possa giungere a rinfrescarsi, ché io ho sete come lei e, nel riconoscerci simili, le affido solo un saluto; lei vola alto, forse, ti arriverà.

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