Scritto da: lorenzoctd

Come Tragedia


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...pece sulla pelle dei dannati, ogni lampione delineava l'alone della vergogna. Era uscito di casa con gli occhi dell'innamorato, vi rientrava con lo sguardo del clown che si applica il cerone: livido dell'onere di dover essere ridicolo.
Se a lei il senso della tragedia mancava, a lui sicuramente non faceva difetto; s'era costruito in se come una chiusa per regolare l'altezza delle sue emozioni: era splendido quando gli argini si rompevano ed erompeva l'amore col suo liquido furore a devastare le placide rive razionali; era penoso poi raccoglier con la draga della lucidità i rottami d'anima in frantumi. Mai si ricomponeva perfetta.

Coro I

"La dissociazione dell'io nel dolore"

Joshua:

Mi compiacqui; fui assai lieta
Di riprender quel posto
Che mi spetta.
L'anima ormai solo delusa
m'invocava.
Oh! Orgogliosa sia vendetta.
Affida a me, Uomo;
Quel tuo unico spasmo
si che io lo congeli in elemento.
In Verbo.
In Cosmo.

Atto II

Il dolore a volte si cela a macerare; in cavità odorose di pozzo artesiano, di allucinogeni licheni; acre come il papavero inciso a raccoglierne i succhi e gl'alcaloidi tutti. Ne emerge con sembianze di ragione, come oppio che il corpo fiacca e infiamma e la mente sgombra e ottunde. Non tradivano nulla i suoi occhi; la rabbia ... [segue »]
Composto giovedì 30 novembre 2000

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