Scritto da: Cleonice Parisi

Carpe diem


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E tu gioia, luce del mio sorriso eri solita dire:

Carpe diem. Cogli l'attimo amore, perché la vita è sì fuggevole cosa, ma la tua forte mano possa trattenere le mie vesti affinché il vento non mi sospinga lontano da questi lidi che amo ma che non più proclamo.

Troppo fragile eri per resistere alla vita, e io non seppi cogliere l'attimo che avevi sospirato al mio troppo vicino respiro. Di te ascoltai gli aromi profumati dei tuoi morbidi capelli ma non le grida disperate del tuo animo. Carpe diem, dicesti, e la tua voce di allora mi rinviene ora come un grido disperato alla mente, oggi sono io a gridare al mondo "fermati all'istante ella non è più e del suo incedere nulla resta". Animo mio, sprofonda nel buio abisso senza ritorno, nulla è più. Qui dinnanzi a me il suo amato volto, altero ma semplice nell'esser viva, niente altro chiedo se non un suo respiro, cielo, dammi per un istante ancora le sue labbra tiepide e non il freddo marmo della morte.

Rabbia nel non sentila, ora che tanto anelerei un suo battito. Signore, se esisti fa che non sia vero, dammi un'altra possibilità, non vi è dolore più ... [segue »]

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