Scritto da: Angela MORI

Come un filo d'erba


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...che colgono il primo fiore di primavera, delicati e quasi chiedendo il permesso. Tremavano per timore di farle male e quando smettevano e andavano via, si giravano ancora un'altra volta a salutarla, certi di ritornare e trovarla ancora bella. Altre mani la lambivano: erano violente, forti e arroganti. A volte, temeva che giungesse la fine per mano d'esse, che cattive le percuotevano il gracile corpo. Non si volgevano mai indietro a salutarla quando finivano, e lei sapeva che sarebbero tornati a procurarle amarezza. Le stagioni si alternavano, l'inverno arrivava sempre, rigido e acuminato, ma si stupiva di come non rabbrividisse più, seppur la neve tutta la coprisse. In altre, non paventava di bruciarsi al sole d'estate, di essiccare come tutti gli altri manti o di ingiallire in autunno per poi rinascere in primavera. Era come un filo d'erba e non aveva paura. La vita le sfuggiva di dosso, non sapeva piangere né sorridere e una volta, un appassionato artista sconsolato e malinconico le scattò una fotografia Una foto sola, ora posata su di un'umile tomba. Adesso che Edera è morta e nessuno sa come sia successo.
Angela Mori.

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