Scritto da: Maddalena Letari

Spaghetti al Dente


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...di Sterne. Mi piaceva come infilava una parola dietro l'altra per spiegarmi i poeti maledetti, quelli mai contenti di esistere e sempre pronti a cacciarsi in una qualche fumeria d'oppio. Io non avevo mai fumato in vita mia, una scuola da segretaria triennale e poi lavoro, lavoro e lavoro. Cosa vuoi capirne tu di questi geni? "Qui giace un uomo il cui nome è stato scritto nell'acqua", tu nell'acqua ci butti gli spaghetti e riesci ancora a cuocerli troppo. Un settembre qualunque era arrivata una cattedra di francese in un liceo del centro e i miei capelli avevano cambiato colore, li avevo anche tagliati. Una collega mi aveva detto che avevo un viso interessante, se mi fossi truccata meglio. Sorrido ancora al pensiero di Laura che mi insegnava maquillage nei bagni della ditta. – Vedi, se metti la matita sulle labbra e un po' di cipria qui. Mi guardavo e non mi riconoscevo, chi era quella bionda nello specchio? Prima di tornare a casa mi lavavo la faccia e ritornavo nell'anonimato assoluto. Il mio amore si aggrappava ai momenti di intimità, quando diceva di amarmi e subito dopo, girandosi di schiena, diceva che non era vero e che ero proprio ... [segue »]

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