Scritto da: Andrea Bidin

Estenuante percettività


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...combattere col senso di colpa e del rimorso per non esser riuscito ad evitare quell'incredibile incidente d'auto.
Osservai quell'ultimo capitolo del racconto con l'espressione critica di chi almeno in apparenza non è soddisfatto di quanto ha appena realizzato. Salvai il lavoro svolto ed accesi la stampante per riportarlo su carta. Mentre attendevo l'esito del mio lavoro mi alzai dalla sedia e tornai alla finestra: soffermai lo sguardo sul paese avvolto nella nebbia e colpito dalla pioggia, non c'era nessuno in giro, soltanto delle macchine lo attraversavano saltuariamente. Il freddo riuscivo a percepirlo con il semplice sguardo, il senso di solitudine non avevo nemmeno il bisogno d'osservarlo per sentirlo tutto intorno a me.
La stampante finì il proprio lavoro, presi in mano il frutto della mia ispirazione e cominciai a leggerlo sedendomi sulla poltrona in salotto. Più proseguivo nella lettura e più il mio fisico mi dava segnali d'insoddisfazione: non mi piaceva quanto avevo scritto, salvo forse alcuni momenti particolari del racconto, colmi di pathos e coinvolgimento.
In un primo momento non mi meravigliai della mia reazione negativa: spesso non ero soddisfatto di quanto realizzavo, eppure i miei libri vendevano in quantità industriale.
Ma quel denaro non riusciva a consolarmi. C'è ... [segue »]
Composto martedì 14 settembre 2010

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