Scritto da: Felice Foresta

Passa a la casa


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...in una piccola vozza senza un manico, e ci poggiava sopra il rosario che ogni sera sgranava in attesa che suo nipote Giuseppe tornasse. Poi alzava gli occhi al cielo, incrociava la trave sempre più inferma sopra il camino, e baciava l'immaginetta consunta e lacera del Santo. Appena il nipote rientrava, chiudeva la porta, e metteva il chiavino accanto al rosario, sulla piattina. Adagiava l'immaginetta sul lato sbrecciato della vozza, e continuava a pregare. Adesso c'erano tutti. La sua casa era al sicuro. C'era San Giuseppe che l'aveva presa in braccio.
Composto giovedì 19 marzo 2020

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    Scritto da: Felice Foresta
    Dedica:
    A tutti i Giuseppe
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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