Percezioni viaggianti


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...ripeteva – Se è femmina la chiamiamo Rebecca. – Quel punto di luce era sempre più grande. Mi sentivo sempre più attratto verso quella luce che divenne sempre più grande ed accecante. Io avrei voluto restare lì, ma accadde. Mi ritrovai immerso in quella luce. Sentivo forte un grande senso di amore intorno a me pur non comprendendo a pieno il significato di quella sensazione. Qualcosa di invisibile mi entrava dentro. Avevo freddo. Iniziai a piangere e a respirare.
- è un maschio! -...
Mi scusi senior. – una voce dal forte accento spagnolo mi chiede, toccandomi leggermente la spalla con una mano, se la prossima fermata è Spagna. Io torno ad essere Luca. Torno ad essere sulla Metro a di Roma. Per un attimo resto sorpreso, confuso. Le rispondo claro que si, in perfetto spagnolo prima di riconoscere il volto di Estella. È lei, non c'è dubbio, solo che in qualche modo è molto più giovane, rilassata. – Paco, vamos. - dice rivolgendosi al suo ragazzo. La fisso intensamente. Mi viene istintivo farle gli auguri, ma non so perché. Lei ricambia lo sguardo sorpresa. - Non sono mica incinta! - dice sorridendo. Io mi scuso con lei per la ... [segue »]
Composto nel aprile 2006

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    Riferimento:
    Racconto breve premiato al concorso "Parole in corsa" del 2006.

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