Scritto da: PaulVal

Saigon, Vietnam, Marzo 2015


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...chiamiamo realtà, travolto da quel riflesso illusorio dei processi cerebrali che è la nostra mente, io continuo a correre in tondo nel parco, scappo da qualcosa inseguendo me stesso lungo evanescenti sentieri di presunta trascendenza. Come colui che voleva arrivare al sole rincorrendo la propria ombra, si ritrovò a guardare l'astro nascente da dietro che, nel pieno dell'alba mattutina, raffigurava se stesso in un tramonto senza eguali, mentre rotolava via la pietra della notte per emergere, pallido e incerto, ma trionfante, nel giardino di questa nostra parte di mondo.
Correndo a perdifiato in un dilagare d'alba e di raggi di sole il tempo sembra dilatarsi, perde di senso, pur continuando a marciare nascosto negli orologi. Probabilmente a passare sono solo i minuti, ma di fatto a me sembrano ore, anni, secoli. In questo lasso di tempo percepito potrebbero essere nate e poi scomparse intere civiltà. Son convinto che se Einstein potesse intuire insieme con me l'ampiezza di questi momenti, riscriverebbe le sua teoria della relatività.
Rallento, mi fermo, cerco di riprendere il fiato che ho lasciato dietro a me. Alzo gli occhi e mi ritrovo nel medesimo punto di partenza. Ero convinto di aver percorso chissà quali grandi spazi all'interno ... [segue »]
Composto martedì 3 marzo 2015

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