Scritto da: Stefano Puccio

Un'esistenza precotta


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...madre, vedendo quell'uomo barbuto in casa - e nudo - si riprendesse dallo spavento.
Lui continuò a vivere di giuochi infantili, non frequentava la scuola - e perché diceva di aver paura delle lavagne e per colpa della sua nostalgite -, non usciva mai dal suo mondo - rappresentato dalle simpatiche recensioni della fattoria di famiglia-. Ciò che amava però, ciò che lo rendeva veramente felice, ciò che riusciva a far si che non si bruciasse con la carta vetrata, era il pane, o forse meglio dire, il frumento. Il pane era una semplice conseguenza di quel suo amore spropositato per il Triticum, amore sul quale, non è conveniente né indagare né porsi strane domande. Sta di fatto che un giorno, dopo aver manifestato ancora una volta questo suo immenso amore all'alba, sul campo di frumento ancora in maturazione lattea, il tozzo di pane, il famoso tozzo di pane, gli si parò davanti con crudeltà seppur con uno sguardo carico di mestizia. A nulla valsero le suppliche del giovane (che poi tanto giovane non era...), gli ammonimenti, le promesse... ma si sa bene, quando nella vita molte cose non vanno per il verso giusto, tentare in tutti i modi di raddrizzarle porta a delle conseguenze che non sempre imboccano la giusta via tipica delle faccende che, andando bene, porterebbero alla gioia di tutti, o anche di uno solo... perciò è buona cosa, qualche volta, ridere e passare avanti, ma tiepidamente, senza scaldare il mento a nessuno.

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