Scritto da: Dora

La rosa blu, messaggi dal cielo


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...fermata. Ancora una decina di chilometri e ci sarebbe stato un autogrill. Avrebbe mangiato qualcosa, usufruito della toilette, fatto rifornimento e nello stesso tempo si sarebbe un po' riposata e sgranchita le gambe.
Seduta sullo scomodo sgabello vicino al bancone del bar, davanti ad un caffè ormai freddo ed un panino lasciato a metà, Doriana ripensava a ciò che aveva sognato la notte appena trascorsa.
Il ragazzo che da anni non vedeva, che quasi non ricordava più, di cui non rammentava neanche il colore degli occhi, i lineamenti del viso, la voce, le era apparso in sogno. Non evanescente ma reale, quasi palpabile, i suoi capelli chiari, gli occhi neri come abissi profondi, il tono della voce roca e sensuale. Però, sulle sue ciglia, brillavano delle lacrime incastonate come cristalli fra le palpebre
socchiuse. Quando parlò, la voce dolce quasi implorante, emise soltanto due parole: "Ti aspetto!"
Doriana preferiva non prendere alla lettera questa frase, poteva voler significare, infatti, che lui desiderava che lei lo raggiungesse, non dove adesso si trovava, ma nei luoghi in cui il loro amore era nato, cresciuto e finito.

Capitolo due
Era un'estate di fine anni Novanta. Il Duemila era alle porte e con esso tutta una serie ... [segue »]

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