Scritto da: Giuseppe LONATRO

Faceva troppo caldo


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...il suo rasoio, accuratamente ripiegato e ancora umido, lo aprì e vide che era sporco di sangue. Non ricordava assolutamente di averlo portato con sé e questa lacuna dapprima lo infastidì e poi gli diede una sensazione di inquietudine. Lo richiuse immediatamente e lo ripose nella tasca. Dopo, l'avrebbe nuovamente sciacquato in mare. Gli ritornò con forza il martellio alle tempie e quel senso di provvisorietà e mancanza di contatto con la realtà che già aveva avvertito a casa appena alzato. Trovò infine le sigarette e se ne accese una fumandola avidamente. Pian piano si calmò e pensò: "a tutto c'è una spiegazione. Ero talmente distratto stamani". Si tocco la guancia, là dove si era scalfito col rasoio ma il taglio era sparito. Si toccò l'altra guancia nel caso si fosse confuso guardandosi nello specchio, ma anche lì, sotto i polpastrelli, non avvertì alcun segno. Si addormentò. Il sole adesso ardeva quasi a picco sulla sabbia e Leo respirava a fatica nel calore torrido che ne saliva. La spiaggia era deserta ma si notavano i resti di gente che fino a poco prima era stata lì: cartacce, lattine, una pallina bucata, un sandalo di tela da bambino. Si sentiva stanco ... [segue »]

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