Scritto da: Cleonice Parisi

La terra del domani


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...aveva ora il timone dei suoi pensieri, ma non si spiegava per quale motivo recondito non riusciva a non pensare a quel soldatino.

Che vita sventurata, hai avuto povero soldatino, abbandonato su una mensoletta impolverata.

Disse, e una strana tristezza invase i grandi spazi del suo cuore. La giovane sapeva che dietro quel altruistico sentimento rivolto ad un soldatino inanimato, si nascondeva il vero problema, la sua profonda solitudine e il senso di grande inutilità che ne derivava.
Le lacrime presero a scendere, calde e numerose, accompagnate anche da alcuni sonori singhiozzi, in quei momenti purtroppo più che mai frequenti, Mina si sentiva davvero sciocca.
La luce era proprio ostinata, forse non sarebbe tornata per l'intera notte, e senza televisione o radio proprio non ci sapeva stare. Decise allora di occupare il suo tempo in qualche modo. Mentre escogitava un piano per tenersi occupata, iniziò a raccogliere quasi senza pensarci la cera che cadeva dalla candela, unico punto luce di quella tetra stanza, ed ancora calda ne fece una piccola pallina.
Quella pallina prese a crescere sempre più, man mano che la candela si consumava, e alla giovane venne un idea, avrebbe sagomato una statuina di cera.
Con uno sguardo ... [segue »]

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