Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...che sporgono dalle grondaie...

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Nella galleria il tempo pare essersi fermato. Mi sembra di camminare da ore, e invece non ho ancora raggiunto la breccia che comunica con il tombino.
Avanzo sempre più lentamente, tra festoni di ragnatele. Con una mano reggo la candela che mi ha dato Mirta prima di lasciarmi, e con l'altra trascino il sacco dietro di me in attesa di trovare un posto per nasconderlo.
La testa mi fa male, i pensieri si susseguono caotici. Forse mi sono perduto; la galleria avrà delle biforcazioni che ho oltrepassato senza accorgermene finendo in un ramo sbagliato. Sì, è così, altrimenti a quest'ora avrei già raggiunto la breccia, ma non me la sento di tornare indietro e non mi resta che proseguire.
Devo uscire da questo labirinto prima di aver consumato la candela. Il sacco è diventato pesantissimo e affonda sempre più nella melma.
Proseguire in queste condizioni è impossibile, per questo decido di abbandonarlo in una buca con l'intenzione di tornare per seppellirlo.
Procedo più veloce adesso, fra il rumore dei miei passi e il martellare secco del cuore. Squittii di topi in fuga là in fondo.
I vecchi di Vielle lo sapevano che il sottosuolo è crivellato ... [segue »]

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