Scritto da: Carlo Gragnaniello

Il Prigioniero di Auschwitz

Capitolo: 2

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...Roma, con quell'atto era diventato anzi si era consacrato come vero e proprio seguace della dittatura fascista.
Fu solamente nel 1925, di cui mio padre si trasformò in una vera e propria bestia oppure mostro, quando fu nominato commissario per servire il regime.
Nel 1930 fu un annata veramente brutta in famiglia, ormai il fascismo lo aveva trascinato nel vortice dell'orrore, egli cominciava a diventare sempre più violento, a volte anche in famiglia era assettato di odio e sangue.
Cominciava a picchiare mia madre per ogni sua opposizione che riguardava il suo lavoro e il regime, ricordo che mia madre si chiudeva per ore e ore nel bagno e piangeva fino all'esaurimento, non aveva sposato un marito ma un diavolo.
Mia madre invece era la donna più bella del mondo, egli era dolce, mi riempiva di attenzioni in ogni istante, aveva uno sguardo incantevole due occhi azzurri che potevano assomigliare ad un oceano.
Ricordo che vivevo in grande villetta situata sotto le pendici del Vesuvio, ricordo che c'era un grande cortile, quel cortile addibito dalla natura dal verde e dal rumorio degli uccelli, aveva segnato la mia infanzia. La mia più grande sfortuna è stata quella di non aver mai avuto l'occasione di freqentare una scuola, avere l'occasione di avere compagni, ma mio padre era contrario alla scuola e di farci studiare con dei professori privati e severi. È stata un infanzia anche sofferta, mio padre non ci faceva uscire da casa, in tutta la mia vita non ho mai potuto assaporare la bellezza della mia città e nemmeno di avere amici.
Le giornate si passavano ho giocando a palla con i fratelli, oppure divertendosi ad ascoltare la radio nel grande salone addibita di tantissime foto di famiglia.

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