Scritto da: Giuseppe LONATRO

Nello stesso pozzo


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...il padre, il figlio, la moglie, gli amici, tutta la sua vita, tutto ciò che gli rimaneva ancora di umano.

III

Il bastone a terra e Giuggiù sempre con lo sguardo nel vuoto.
Il figlio entrò nella stanza e l'odore penetrante delle medicine lo investì come la morte che giunge all'improvviso.
Giuggiù non si accorse della presenza di suo figlio, ne dei suoi occhi che lo fissavano, stava lì con la testa traballante e il braccio sinistro teso verso quel bastone, immobile, quasi senza respiro, con una piccola smorfia sul labbro. Il tempo s'era fermato in quell'istante di attesa, ma quante volte il tempo era giunto al capolinea per Giuggiù? Ogni giorno era un morire e un rinascere, ogni giorno quella stanza di morte corrodeva una vita che era stata, ogni giorno l'Alzheimer gli rubava la mente.
Che angoscia c'era in quello sguardo, quanta inquietudine, quanta disperazione per quel genitore che qualche anno prima era stata un'altra persona, adesso era solo uno sconosciuto.

IV

Giuggiù.
Giulio affettuosamente lo chiamava così, anche se il suo vero nome era Franco. Giulio gli diede questo vezzo quand'erano giovani, quando vivevano a Licata, quando correvano ai rifugi per difendersi dalle bombe, quando la notte non si ... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2005

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    Scritto da: Giuseppe LONATRO
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    A mio padre.

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