Voce dalle dita
Vorrei fare uscire la mia voce
dalle dita delle mani, così spalancate contro un vento che non c'è,
contro un cuore che impassibile batte e sbatte come un'anta ipnotizzata.
Urla dalla gola impastata di sabbia ingerita dagli anni trascorsi
a rantolare, urla dalla bocca di un antico guerriero indiano che va incontro al suo destino incerto... e frecce abilmente evitate mantenendo fiero il collo, la gola, così quasi per sfrontatezza.
sfrontatezza a volte innocente, come un sibilo di voce che appare per chiedere aiuto.
Voce, voci ignorate da orecchie morte da anime assenti intente a ripetersi il copione in ciò che fingono di essere, le stesse anime che hanno voci modulate in plastica e arti impregnati di ruggine.
Canto, canto come un merlo sotto a un pino enorme; mi ascolto, la voce uscita ora rientra, come un ruscello gorgoglia in gola, ed ora, ora sì come cascata fresca esce e si sparge.
Composta venerdì 20 novembre 2009
dal libro "Come un granello di sabbia - Poesie" di PensieriParole Staff
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