Notte d'amore

È Domenica.
Si rileva nell'aria su di noi testarda
l'irrequieta malattia ci rende estranei
quando io le chiedo...

"Mi aspettavo di sentire questo da te.
Sapevo che me lo avresti chiesto,
Giampiero!... con voce dolce... mi cerchi
Mah!
tu non Lo sai, di quanto io ne ho voglia
per offrirti con i sospiri le mie carezze,
coccole di una donna innamorata di te.
Per amare ancora del barbi amore
anche in questo momento brutale
ch'annoia amaro, in noi,
barbaramente agro d'eventi
di più ancor nel mio cuore.
Il nostro frutto è un dolce di more
per rinnovare l'amore per vivere
al meglio la serenità interiore
quella cancrena, l'amarena della vita."

Mi disse Rita...

"Aspettavo di poterti dire quello
che provo io... Lo sai, non è affatto
semplice neppure per me e, sono tanto
disperata per quello che ti sta succedendo!"

Il tuo corso fai malattia ma, non dire mai che tra
una goccia che cade e sale di continuo per un'altra
in me tutto muore... distruggendo dentro qui stai
deponi odio per grattare rabbia in me che voglio vivere.

"Parkinson da me, tu stai in usufrutto!"

Il corpo mente in questua l'anima non c'è testa
anche se in un botto si soffre in un gogò di emozioni
l'allegria nella quiete infesta l'aria aleatoria invano della festa
traveggola l'erba in terra trapezia la poesia s'arma nel cuore del poeta.

Tutto finisce d'incanto nella sera quella notte d'amore che va via
ed, io per la vita amando idee resto a sugare la malattia che è solo mia.
Composta venerdì 10 febbraio 2012

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