Scritta da: Gianni Berna

Il burrone

La strada era finita
Sotto di lui profondo il precipizio
Aspettò la calma del suo respiro affannato
Chiese a se stesso se laggiù era l'inferno
Alzò gli occhi al cielo
Ali non ne aveva
La sua meta era giù in quel burrone
Nessun essere errante su questa terra
È proprietario di ali
Sol parvenza
Anche per gli uccelli
Pur essi destinati un dì a precipitar nel fosso
Se del paradiso dimora è il cielo
E alla fine di affannosa corsa
Niente e nessuno può volare in alto
Meta di tutto è il profondo nero
Che al di sotto aspetta a braccia aperte
Anche l'illuso che credeva d'aver le ali
Nascere
Affannarsi nel tempo che scorre
Ridere piangere
Gioire soffrire
Dormire svegliarsi
Luce buio
Vivere
A lungo o per poco
Fare o non fare
Tutta assurda inutilità
Ogni essere nato
Da ignota mano tirato a sorte
Arriva su quel ciglio
Un volo senz'ali
Spegne la luce ad infinite domande
Senza aver risposta
Al perché della sua vita.

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    Scritta da: Gianni Berna

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    1
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    A me piace molto questa poesia. In essa c'è un'accorata descrizione dell'inutilità assoluta della vita di tutti... e del mondo, nel suo intero complesso. Non ho visto, fino a questo momento alcun commento su di essa... può anche darsi che non arrivino mai... ma questo, per me, non ha grande importanza. Spero che questo bel sito decida di pubblicare anche le altre mie poesie che ho da tempo proposto. Per me sarà già una buona soddisfazione!... Un caro saluto a chi si trova a passare da queste parti. Gianni Berna.

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