Scritta da: aura_85

Sguardi

Così, casualmente appare, un banale, freddo mattino invernale.
Rossastro il manto che avvolge l'alba.
Poi, ancora, arrogante, impetuosa, cupa, triste vedova vestita di nero
la notte,
porta tra i suoi seni una rosa nera,
casta si spoglia ancora al principio di luce,
danzante al crepuscolo,
in cui il volto celato, le bagna la pioggia scrosciante,
Osservano tristi l'io non riflesso allo specchio,
coprendo le ombre con una tenda di vecchio lino, giocando,
come fanciulli,
al nascondino.
Che gli occhi del mondo non li possano mai vedere.
Come l'inganno dei camaleonti, mutano il manto tra le foglie della ragione.
Tanti hanno guardato l'uomo alla croce,
tanti altri un principe calzato d'oro, che percorreva una fossa di petali bianchi
Lo sguardo di una meretrice, offerente della propria carne, ad una vecchia mano tremante di miglior comprator,
lo stesso arto in cui speranza e soldi trovano sfogo.
Lo sguardo è ora basso, diretto ai piedi di chi esagera con il contrappasso,
Uno sguardo alla vita in un banale, freddo mattino, dove gioia e dolore miscelano il loro presuntuoso auspicio.
Basta,
rammentar di esser figli del medesimo destino.
Composta mercoledì 25 novembre 2009

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    Scritta da: aura_85
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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