Filastrocche


in Poesie (Filastrocche)

Canzoncina

Bau... bau...!
Anche a te una splendida giornata piccolo tesoruccio!
- Bau... bau...
Poso i fiori sulla tavola, accosto le finestre
una tempesta è in arrivo
che si scoppierà presto in un gran pianto,
- Bau... bau...
Anch'io ti voglio bene, quanto una madre il figlio,
forse un po' di più,
quando i figli s'allontanano,
-Bau... bau...
Eccomi, ti stringo stretto, stretto per non perderti,
no sopporterei un dolore grande così.
-Bau... bau...
Lo so anche tu...,
andiamo sul campo, il pazzerello vento corre di già allegro, e
guardiamo il cielo che minacciosa si oscura di nubi incredibili, e
respiriamo l'aria libera, pura,
che l'uomo ancora non le ha messo le tasse,
e ci misura in barattoli colorati di plastica,
con il marchio di grandi magazzini, con il vuoto a perdere,
Bau... bau...
Ha... Ha... Ha...
Bau... bau... bau...
Ha... Ha... Ha...
Bauuu!
Composta mercoledì 27 ottobre 2010
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Lidia Filippi
    in Poesie (Filastrocche)

    Filastrocca di Halloween

    Una strega tutta matta
    Naso adunco, già sdentata
    Volò giù sopra al mercato
    E una zucca comperò
    Poi ridendo a squarciagola
    La lanciò dentro un'aiuola
    Si celò dentro ai cespugli
    E così la trasformò:
    Sulla zucca una parrucca
    Tanti, tanti vermicelli
    Mise al posto dei capelli
    Con due buchi fece gli occhi
    E vi mise due ranocchi
    Nella bocca spalancata
    Infilò la sua ciabatta
    E per fare più dispetti
    Ci ficcò pure ragnetti
    Dalle zampe un po' pelose
    E fra l'erba la nascose.
    Poi la luna fu alta in cielo
    E la strega stese un velo
    Di vischiose ragnatele
    Cento mosche imprigionò
    Ad urlare incominciò
    Catturò tre pipistrelli
    Se li mise fra i capelli
    Ordinò agli amici gatti
    Di saltare come matti
    Miagolando a più non posso
    Per svegliare il mostro rosso
    Arrivò un bel diavoletto
    Con nel sacco il suo scherzetto
    Uno scheletro rovente
    Che danzando s'inchinò
    Or la strega è soddisfatta
    La sua zucca è illuminata!
    Un dolcetto o uno scherzetto
    Tutti i ragni e i pipistrelli
    Anche i gatti ed i rospetti
    Ed insieme i diavoletti
    Un baccano maledetto
    Tutti quanti fa ballare
    E la gente risvegliare
    Mamma mia quanta paura
    Nella notte scura, scura.
    Composta domenica 4 ottobre 2009
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Roberto Giusti
      in Poesie (Filastrocche)

      Vorrei...

      Vorrei... dire "Ci vediamo domani", a chi ora non c'è più
      Vorrei... non avere il tempo, di contare i secondi
      Vorrei... capire, come non sapere nulla

      Vorrei... mozzare la testa della Statua della Libertà, per sentirmi libero
      Vorrei... non avere il piacere, di provare emozioni
      Vorrei... fare sesso, con o senza amore

      Vorrei... stare a sinistra, per dare sempre precedenza, a chi viene da destra
      Vorrei... dare vera giustizia, a tutti i "fuorilegge" condannati e non
      Vorrei... scatenare una rissa, solo per mettere un filmato su Youtube

      Vorrei... alzarmi la mattina e bermi sempre birra
      Vorrei... essere preda prediletta d'una Vampira esclamante "Mi fai Sangue"
      Vorrei... usare droghe senza effetti collaterali

      Mi rendo conto... esiste tale mondo
      Ho bruciato il mio cervello
      Nelle fredde fiamme dell'inferno
      Sono conscio... d'esser un umile servitore
      Padrone senza nome
      Incatenato al suo volere...
      Prigioniero, Servo, Schiavo nell'anima
      ma vivo...

      In mezzo a questa desolazione, v'è aria rarefatta
      E condannati uomini, dal succube marchio... 666

      E allora vorrei... distruggere attuale mondo, per compiacerti
      E poi vorrei... costruirne uno nuovo, nel Caos, per divertirti
      E li voglio... vivere, per osservare il "creato"

      Esiste ora... grazie a te
      Droghe, alcool e donne facili
      Le fiamme divampano glaciali
      E... avrei ancora molti "Vorrei" da esaudire
      Ma l'impresa è compiuta
      Null'altro ho da chiederti
      Se non un piccolo desiderio...

      Ho ceduto e lentamente mi sono spento, fino a diventare una tua sbiadita fiamma
      Uno fra i tanti...
      Ho veduto prima di altri, l'opera compiersi nella mia mente
      Una realtà...
      Sono vissuto nel rinnovato Caos
      in mezzo a ingiustizie, soprusi, prevaricazioni, tradimenti, violenze e adesso...
      Si, ora... Desidero Morire!

      (E come vorrei... imboccare la strada, del perduto Paradiso!)
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Marco Panizza
        in Poesie (Filastrocche)

        Io sono il boia

        Scusate il ritardo
        Signore e Signori vi porgo le scuse

        io sono il boia
        vi spengo la noia
        vi stuzzico il brio
        vi dono la gioia

        tra voi mi siedo all'imbandita tavola
        tra voi sorrido per il mio inserimento
        tra voi ricerco anch'io il mio momento

        dai su chiedetemi quanti ne ho appesi
        e cosa hanno detto e se erano tesi
        io intanto bevo e meglio vi accetto

        cordiale vi parlo e ascolto il più colto
        oppure con quello che pagherà poi il conto

        rischiate l'erede tra le mie braccia
        l'infante sorride io gli faccio la faccia
        mentre la bella ancora s'accorge
        gira la schiena e il culo mi porge

        io sono il Boia
        vi spengo la noia
        vi stuzzico il brio
        vi dono la gioia

        son qui per il gusto
        del "siam tutti nel giusto"
        per l'intelletto
        son povero ometto
        per chi con la legge muoverà il mio braccio
        io sono il nulla, un impiccio, un intralcio

        lor Signori perdoneranno
        domani io all'alba...
        insomma lor sanno...

        ridete, ridete di quel che sarete
        se un giorno per mia corda scivolerete
        allor nei miei occhi conoscerete
        la mia malavoglia
        di togliervi cieli, mari e del sole il calore
        sentendo il rumore di un cuore che muore
        da un uomo che invece cercava l'amore.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: laura74
          in Poesie (Filastrocche)

          Come una nuova vita

          Tra la folla che mi circonda
          cerco quegli occhi
          quell'incanto dell'anima
          che parole in musica
          fanno vibrare dentro il mio cuore
          non è finito il nostro amore...
          lo cerco ovunque
          lo sento intorno a me
          lo sento respirare dentro me
          come una nuova vita da generare
          prima ci pensi
          magari hai paura
          poi...
          quando comprendi di volerla
          non ne puoi più fare ameno
          attendi con ansia
          il giorno in cui
          la stringerai tra le tue braccia
          la vedrai crescere, cambiare, andar via.
          Farà sempre parte di te
          anche quando
          non sarà più tua.
          Composta martedì 15 giugno 2010
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Violina Sirola
            in Poesie (Filastrocche)

            La beffa per ovviare al danno

            Era così intenso il verde
            prato, da non stingere al sole.
            Vi abitava Pecora Nera, dai bianchi
            suoi vicini l'erba non c'era.

            Viro-silente, capo branco
            bianco, in una notte di luna piena
            tenne consiglio rapido e astuto:
            "i nostri figli ormai sono stremati
            cadono i denti ruminando a vuoto.
            L'erba ci fugge, noi la raggiungiamo".

            Una nuvola, densa
            di sospiri, coprì la bianca
            luna; fu buio pesto nel sordo
            ruminare.

            Stava Martino in mezzo al prato
            verde, sognava una dolce
            agnellina. Viro-silente, rapido
            all'istante, prese la preda e
            corse dai compagni
            saziati, a sbafo, con l'erba del vicino.

            "Amici miei, dobbiamo
            ringraziare il nostro
            Dio. Offriamo in sacrificio
            questo agnello".

            Così Martino, dal nero
            mantello, bruciò senza pietà
            nella fornace; il fumo della legna
            ancora verde, intriso dell'odore
            di bruciato, salì nel cielo e si dispose attorno
            la faccia tonda della luna piena.

            Pecora Nera, quando fu mattino,
            si accorse che non c'era il suo
            Martino. La rabbia in corpo, colore
            della pelle, decise di recarsi dai vicini.

            Viro-silente non era ancora sazio
            brucava l'erba in sogno; fu interrotto
            da un belato, straziante e senza fine. Pensò
            alla beffa, per ovviare al danno
            prese dal gregge, suo, un agnellino
            gli tinse col tizzone il bianco vello

            "Vedi quel cactus - disse il gran
            montone - unica pianta nell'arida
            valle, ha protetto dai lupi
            il tuo Martino".

            Una nuvola, gravida
            d'inganno, uno scroscio di pioggia
            aprì all'istante, lavando il nero
            fumo al vello bianco.

            Viro-silente non perse l'occasione
            mise il timbro solenne e
            sentenziò: "Miracolo!
            Per trovarlo al buio della notte
            occorreva fosse bianco
            il tuo Martino".

            Da quel giorno, Pecora nera
            non mangiò che "fogli"
            lo spazio verde fu arso dal sole.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Fiorella Cappelli
              in Poesie (Filastrocche)

              Dietro un cespuglio spoglio

              Dietro un cespuglio, spoglio
              sotto il sole di luglio
              dormiva un coniglio
              ma un'onda da uno scoglio
              lo voleva sveglio
              per osservarlo meglio
              e chiese a un capodoglio
              di fare un po' scompiglio
              così dal suo giaciglio
              sortì svelto il coniglio
              Con grande meraviglia
              l'onda avvertì la voglia
              di essere sua moglie
              di avere in più le doglie
              e partorir coniglie...
              con pinne e varie scaglie!
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Marzia Ornofoli
                in Poesie (Filastrocche)

                Per Tobia &

                Lavora con solerzia nel bosco incantato.
                Organizza gite con un magico pulmino.

                Gioca con fatine e bambine un po' monelle.
                Non nega il suo aiuto a scoiattoli sfortunati.
                Orchidea gli fa l'inchino se balla un poco con lei.
                Margheritine gelosine lo chiamano perché balli con loro.
                Occhiolino gli fan i fiordalisi.

                Tremoline le giovani foglioline della grande quercia.
                Ondeggiano dolcemente le ninfee sul lago.
                Bisbigliano allegramente le creature del bosco.
                I cicalini son il suo piatto preferito, ghiotto, ghiotto n'è
                Aironi lo portano su una stella.

                & ancor molto si può raccontar su Tobia, ma per ora un bacio fatato gli darò.
                Composta lunedì 19 aprile 2010
                Vota la poesia: Commenta