Le migliori poesie di Wislawa Szymborska

Poetessa, saggista e traduttrice, premio nobel alla letteratura 1996, nato lunedì 2 luglio 1923 a Kórnik (Polonia), morto mercoledì 1 febbraio 2012 a Cracovia (Polonia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi.

Scritta da: Andrea De Candia

Elogio dei sogni

In sogno
dipingo come Vermeer.

Parlo correntemente il greco
e non soltanto con i vivi.

Guido l'automobile,
che mi obbedisce.

Ho talento,
scrivo grandi poemi.

Odo voci
non peggio di autorevoli santi.

Sareste sbalorditi
dal mio virtuosismo al pianoforte.

Volo come si deve,
ossia da sola.

Cadendo da un tetto
so cadere dolcemente sul verde.

Non ho difficoltà
a respirare sott'acqua.

Non mi lamento:
sono riuscita a trovare l'Atlantide.

Mi rallegro di sapermi sempre svegliare
prima di morire.

Non appena scoppia una guerra
mi giro sul fianco preferito.

Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.

Qualche anno fa
ho visto due soli.

E l'altro ieri un pinguino.
Con la massima chiarezza.
Wislawa Szymborska
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Ad ognuno un giorno

    A ognuno un giorno muore un proprio caro,
    tra l'essere e il non essere
    è costretto a scegliere il secondo.

    È duro riconoscere che è un fatto banale,
    incluso nel corso degli eventi,
    conforme a procedura,

    prima o poi inserito nell'ordine del giorno,
    della sera, della notte, di un pallido mattino;

    scontato come una voce dell'indice,
    come un paragrafo del codice,
    come una data qualsiasi
    del calendario.

    Ma è il diritto e il rovescio della natura.
    Il suo omen e amen distribuiti a caso.
    La sua casistica e la sua onnipotenza.

    Solo ogni tanto
    ci mostra un po' di cortesia -
    i nostri cari morti
    ce li butta nei sogni.
    Wislawa Szymborska
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Nato

      Dunque è sua madre.
      Questa piccola donna.
      Artefice dagli occhi grigi.

      La barca su cui, anni fa,
      lui approdò alla riva.

      È da lei che si è tirato fuori
      nel mondo,
      nella non-eternità.

      Genitrice dell'uomo
      con cui salto attraverso il fuoco.

      È dunque lei, l'unica
      che non lo scelse
      pronto, compiuto.

      Da sola lo tirò
      dentro la pelle a me nota,
      lo attaccò alle ossa
      a me nascoste.

      Da sola egli cercò
      gli occhi grigi
      con cui mi ha guardato.

      Dunque è lei, la sua Alfa.
      Perché mai me l'ha mostrata?

      Nato.
      Così è nato, anche lui.
      Nato come tutti.
      Come me, che morirò.

      Figlio d'una donna reale.
      Uno giunto dalle profondità del corpo.
      In viaggio verso l'Omega.

      Esposto
      alla propria assenza
      da ogni dove,
      in ogni istante.

      E la sua testa
      è una testa contro un muro
      cedevole per ora.

      E le sue mosse
      sono tentativi di eludere
      il verdetto universale.

      Ho capito
      che è già a metà cammino.

      Ma questo a me non l'ha detto,
      no.

      "Questa è mia madre"
      mi ha detto soltanto.
      Wislawa Szymborska
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Contributo alla statistica

        Su cento persone

        che ne sanno sempre più degli altri
        - cinquantadue;

        insicuri ad ogni passo
        - quasi tutti gli altri;

        pronti ad aiutare
        purché la cosa non duri molto
        - ben quarantanove;

        buoni sempre,
        perché non sanno fare altrimenti
        - quattro, bè, forse cinque;

        propensi ad ammirare senza invidia
        - diciotto;

        viventi con la continua paura
        di qualcuno o qualcosa
        - settantasette;

        dotati per la felicità,
        - al massimo poco più di venti;

        innocui singolarmente,
        che imbarbariscono nella folla
        - di sicuro più della metà;

        crudeli,
        se costretti dalle circostanze
        - è meglio non saperlo
        neppure approssimativamente;

        quelli col senno di poi
        - non molti di più
        di quelli col senno di prima;

        che dalla vita prendono solo cose
        - quaranta,
        anche se vorrei sbagliarmi;

        ripiegati, dolenti
        e senza torcia nel buio
        - ottantatré
        prima o poi;

        degni di compassione
        - novantanove;

        mortali
        - cento su cento.
        Numero al momento invariato.
        Wislawa Szymborska
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          Scritta da: mor-joy

          Amore a prima vista

          Sono entrambi convinti
          che un sentimento improvviso li unì.
          È bella una tale certezza
          ma l'incertezza è più bella.

          Non conoscendosi prima, credono
          che non sia mai successo nulla fra loro.
          Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
          dove da tempo potevano incrociarsi?

          Vorrei chiedere loro
          se non ricordano -
          una volta un faccia a faccia
          forse in una porta girevole?
          Uno "scusi" nella ressa?
          Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
          - ma conosco la risposta.
          No, non ricordano.

          Li stupirebbe molto sapere
          che già da parecchio
          il caso stava giocando con loro.

          Non ancora del tutto pronto
          a mutarsi per loro in destino,
          li avvicinava, li allontanava,
          gli tagliava la strada
          e soffocando un risolino
          si scansava con un salto.

          Vi furono segni, segnali,
          che importa se indecifrabili.
          Forse tre anni fa
          o il martedì scorso
          una fogliolina volò via
          da una spalla all'altra?
          Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
          Chissà, era forse la palla
          tra i cespugli dell'infanzia?

          Vi furono maniglie e campanelli
          in cui anzitempo
          un tocco si posava sopra un tocco.
          Valigie accostate nel deposito bagagli.
          Una notte, forse, lo stesso sogno,
          subito confuso al risveglio.

          Ogni inizio infatti
          è solo un seguito
          e il libro degli eventi
          è sempre aperto a metà.
          Wislawa Szymborska
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            Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
            Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
            Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
            Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
            Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
            Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
            Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
            Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
            Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
            Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
            Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
            Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
            E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
            immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
            assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
            Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
            Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
            Verità, non prestarmi troppa attenzione.
            Serietà, sii magnanima con me.
            Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
            Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
            Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
            Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
            So che finché vivo niente mi giustifica,
            perché io stessa mi sono d'ostacolo.
            Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
            e poi fatico per farle sembrare leggere.
            Wislawa Szymborska
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              La vita – è il solo modo
              per coprirsi di foglie,
              prendere fiato sulla sabbia,
              sollevarsi sulle ali;
              essere un cane,
              o carezzarlo sul suo pelo caldo;
              distinguere il dolore
              da tutto ciò che dolore non è;
              stare dentro gli eventi,
              dileguarsi nelle vedute,
              cercare il più piccolo errore.
              Un'occasione eccezionale
              per ricordare per un attimo
              di che si è parlato
              a luce spenta;
              e almeno per una volta
              inciampare in una pietra,
              bagnarsi in qualche pioggia,
              perdere le chiavi tra l'erba;
              e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
              e persistere nel non sapere
              qualcosa d'importante.
              Wislawa Szymborska
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                Scritta da: circe

                Foglietto illustrativo

                Sono un tranquillante,
                Agisco in casa,
                funziono in ufficio,
                affronto gli esami,
                mi presento all'udienza,
                incollo con cura le tazze rotte -
                devi solo prendermi,
                farmi sciogliere sotto la lingua,
                devi solo mandarmi giù
                con un sorso d'acqua.
                So come trattare l'infelicità,
                come sopportare una cattiva notizia,
                ridurre l'ingiustizia,
                rischiarare l'assenza di Dio,
                scegliere un bel cappellino da lutto.
                Che cosa aspetti -
                fidati della pietà chimica.
                Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
                dovresti sistemarti in qualche modo.
                Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
                Consegnami il tuo abisso -
                lo imbottirò di sonno.
                Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
                Vendimi la tua anima.
                Un altro acquirente non capiterà.
                Un altro diavolo non c'è più.
                Wislawa Szymborska
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                  Scritta da: Andrea De Candia

                  Reciprocità

                  Ci sono cataloghi di cataloghi.
                  Poesie su poesie.
                  Ci sono drammi su attori recitati da attori.
                  Lettere in risposta a lettere.
                  Parole che spiegano parole.
                  Cervelli impegnati a studiare il cervello.
                  Ci sono tristezze contagiose come il riso.
                  Carte nate da carte macerate.
                  Sguardi veduti.
                  Casi declinati da casi.
                  Fiumi grandi per il copioso contributo di piccoli.
                  Foreste infestate da foreste.
                  Macchine destinate a produrre macchine.
                  Sogni che all'improvviso ci destano dai sogni.
                  Una salute di ferro necessaria a riacquistare la salute.
                  Scale che portano giù come portano su.
                  Occhiali per cercare occhiali.
                  L'inspirazione e l'espirazione del respiro.
                  E ci sia anche, almeno di tanto in tanto,
                  l'odio dell'odio.
                  Perché alla fin fine
                  c'è l'ignoranza dell'ignoranza.
                  E mani ingaggiate per lavarsene le mani.
                  Wislawa Szymborska
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                    Scritta da: Andrea De Candia

                    Impresso nella memoria

                    Si amarono tra i noccioli
                    sotto soli di rugiada,
                    raccolsero nei capelli,
                    foglie e terra bagnata.

                    Cuore della rondine,
                    abbi pietà di loro.

                    In ginocchio sulla riva,
                    pettinarono le foglie,
                    e i pesci si accostavano
                    lucenti nelle scaglie.

                    Cuore della rondine,
                    abbi pietà di loro.

                    I riflessi degli alberi _
                    fumo sull'onda minuta.
                    Rondine, fa che da loro mai
                    sia dimenticato.

                    Rondine, spina di nube,
                    ancora dell'aria,
                    Icaro perfezionato,
                    frac asceso in cielo,

                    rondine calligrafa,
                    lancetta senza minuti,
                    primo gotico pennuto,
                    strabismo nell'alto dei cieli,

                    rondine, silenzio acuto,
                    lutto festante,
                    aureola degli amanti,
                    abbi pietà di loro.
                    Wislawa Szymborska
                    Composta lunedì 7 marzo 2016
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