Scritta da: Renzo Mazzetti

Faccendiere

Quanti e quali segreti
custodisce il faccendiere?
Rapporti privilegiati
con importanti personaggi.
Governi vicini e lontani
diversamente tremano uguali.
Grandi personalità
mediano il gioco dell'appalto.
Soldi sporchi e spudorati
per i silenzi sbranati.
Tangenti criminali riciclate
in meschine operazioni commerciali.
Capitali incalcolabili
nei paradisi fiscali nascosti.
Il capitalistico sistema mercato
borioso esalta l'inumano.
Affari mondiali
beffardi affossano gli ideali.
Renzo Mazzetti
Composta lunedì 23 aprile 2012
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    Scritta da: Renzo Mazzetti

    Salva Italia

    Chiamato dal sommo del colle
    subito nominato a vita senatore
    a un passo dal burrone
    agguanta sicuro le risorse
    salva Italia il professore.
    Piangono piccole pensioni e buste paga
    i giovani cercano lo studio sereno
    sognano il dignitoso lavoro
    ma anche il padroncino s'ammazza
    il mercato nella piazza affari in borsa gioca.
    Europa sovrana immacolata nuova fede
    dimentica tremende sofferenze estremi sacrifici
    rubi patrie inganni finemente domi
    popoli eroici sulle barricate e nelle trincee
    campioni della democrazia e della libertà.
    Ridotti a servi della finanza
    gettati allo sbaraglio per il pane
    penzola la carota davanti agli occhi
    sul groppone sbatte rabbioso il bastone
    sotto al palazzo grida di disperazione.
    Renzo Mazzetti
    Composta giovedì 29 marzo 2012
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      Scritta da: Renzo Mazzetti

      Povertà

      Eccola che cammina
      e nell'illusione vive
      da quando ormai nacque.
      Tutto lo splendido contorno
      non vale più niente
      e rimane il centro
      di quello che l'occhio vede
      ed il cuore ancora sente
      percepisce e piange.
      Povertà nell'animo spoglio!
      Povertà nell'anello d'oro!
      Povertà nel lindo vestito!
      Fuggiamo da questo noi stesso
      e con le scimitarre
      facciamo a pezzetti il cielo
      e gettiamoci dentro i missili
      evadendo da questo mondo.
      Le radici però rimangono
      e abbarbicate nell'oscurità della terra
      ancora trovano un po' di nutrimento.

      Illusione che vive
      e già cammina
      da quando ormai nacque
      e cercando solo la morte
      attanaglia coi denti sporchi
      putride carni animali.
      Renzo Mazzetti
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        Scritta da: Renzo Mazzetti

        Passione

        Siamo di nuovo nati
        nel pomeriggio
        ricorrenza di amori.
        Sembrava un bacio
        contatto lieve intimo
        usuale espressione d'affetto.
        Invece esplose passione
        il sentire intenso
        divenne supersonico percorso.
        Strada sul cui cammino
        quanto più complesso è umano
        questo nostro indefinito destino.
        Celestiale vortice vissuto
        arcobaleno in cielo stellato
        profondo universo penetrato.
        Calore fondente carne
        di cuori e anime congiunte
        via lattea fluttuante.
        Dopo si plana
        ritrovando il letto
        sulla concreta terra.
        Caldo delle coltri
        che raffreddi i corpi
        doni profondo sonno.
        Nel risveglio
        tutto non ricordiamo
        come fosse sogno.
        Renzo Mazzetti
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          Scritta da: Renzo Mazzetti

          zeroquarantadue

          Senza alcuna ragione ragionata
          le braccia e le gambe
          frenetiche si muovono precise
          e le mani attente, veloci, lontane
          si attaccano ai pezzi
          innestandoli opportunamente.
          In questo non vivere
          nell'ammasso di ferro lavorato
          di viti e rondelle e bulloni
          e trapani e chiavi e motori
          il cervello diventa piombato
          tenta di fuggire la realtà
          nella testa disturba.
          Uomini e donne protagonisti
          consapevoli della fatica alienante
          assorbono grammo su grammo nocività
          sopravvivono ai tempi di produzione
          costruiscono utilità.
          Renzo Mazzetti
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            Scritta da: Renzo Mazzetti

            Dodicesima "stazione" (un minuto e 46 secondi)

            L'aratro fitto nell'amata terra
            seguiva silenzioso
            le orme lasciate dalle vacche
            ansanti nella fatica.
            Il contadino seguiva
            curvo e attento incitatore
            manipolando, scansando, allineando.
            E alla sera trovava vicino al fuoco
            il centenario suo padre
            dal quale ascoltava
            l'insegnamento della natura.
            Questo accadeva un tempo
            ma oggi il contadino è diventato operaio
            e l'aratro è catena di montaggio.
            Prima v'era la natura, oggi tutto è tecnologia.
            Nulla in contrario
            per quel che riguarda la tecnologia
            ma tutto contro, e per questo io lotto,
            il potere tecnocratico
            che istruisce i cervelli
            trasformandoli in computers
            i quali a loro volta trasformano
            altri uomini in altrettante macchine
            che costruiscono altre macchine metalliche.
            Ho visto un giovane che era già vecchio
            e un vecchio quasi morto
            estraniato, sommessamente vegetante.
            Ma non era vecchio:
            Aveva appena cinquanta anni!
            Ed è già passata una vita:
            Alzati ragazzo alle cinque del mattino
            poi un'ora di viaggio.
            Alle sei suona la sirena
            parte la catena di montaggio
            e alla dodicesima "stazione"
            lavori alla velocità
            di un minuto e 46 secondi.
            Primo:
            montare la ruota anteriore
            usando l'apposita "zeppa"
            dopo essersi assicurati
            che sia del tipo richiesto
            e non presenti ossidazioni.
            Secondo:
            centrare il parafango anteriore
            rispetto alla ruota.
            Terzo:
            montare: (prendere il bulloncino,
            infilarvi la rondella e lo spessimetro.
            Prendere il filo e infilarvi la bussolina
            curvandolo nell'apposito supporto
            e infilarlo nel foro del mozzo,
            infilare la rondella e il dadino.
            Prendere la pinza e la chiave
            e bloccare il tutto tirando il filo).
            E registrare il freno anteriore
            senza che la ruota risulti frenata
            assicurandosi che il freno sia teso il più possibile.
            Torna a casa
            e dopo cena
            accendi il televisore
            e guardati "Carosello"
            ma già dormi prima che sia finito.
            Alzati ragazzo
            sono le cinque del mattino
            e tra un'ora
            ti aspetta la catena di montaggio.
            Alzati marito
            sono le cinque del mattino
            e tra un'ora
            ti aspetta la catena di montaggio.
            Alzati padre
            sono le cinque del mattino
            e tra un'ora
            ti aspetta la catena di montaggio.
            Alzati nonno
            sono le cinque del mattino
            e tra un'ora
            ti aspetta la catena di montaggio.
            Dopo l'ultimo viaggio
            nella monotona assillante alba
            finalmente riposa in pace.
            Si dice che è morto bene
            che non si è accorto proprio di niente
            e non ha sofferto neppure un poco.
            Renzo Mazzetti
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              Scritta da: Renzo Mazzetti

              Anni diciannove

              L'allarme mette in attività l'équipe. La sala è pronta, ognuno è al suo posto. L'attesa non è inoperosa: gli operatori mettono a punto le attrezzature di competenza, il chirurgo con gli aiuti valuta le eventualità, l'anestesista domanda all'infermiera la fornitura. All'improvviso la porta si spalanca: un gruppo di persone è attorno alla barella che avanza veloce. A cavalcioni del corpo sanguinante una operatrice pratica il massaggio cardiaco mentre, con voce forte e chiara, scandisce i numeri. Ecco si vede la barra di ferro del tutto estratta. Tutti la guardano, il silenzio è subentrato profondo. No, non era possibile.
              Nei socchiusi occhi come profonda nottilucénte
              serena immensa distesa misteriosa
              sorpresa accettata ingrata ineluttabile
              la morte vince la giovane vita.
              Era proprio il destino già segnato
              e la contrarietà non manifesta
              nella persona segno alcuno
              pur nell'immobilità scolpita.
              Perché accettare così nel corpo
              bianco lattato ricomposto bello
              la stroncata diciannovenne età
              precipitata nel cortile all'Isolotto?
              Senza i fiori dei morti
              la salma come corona è adorna
              nella luce festeggia la partenza
              ma sgomenta è Firenze con lacrime è Milano.
              Da vivente qui eri sconosciuto
              nei numerosi drammi riconosciuto
              per sempre rimani ricordo
              fratello sul lavoro caduto.
              Dio!
              Renzo Mazzetti
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                Scritta da: Renzo Mazzetti

                Ignominia

                Lo straniero non sapeva tutto
                di quei monti e di quelle colline
                non sapeva tutto di quelle pianure.
                Lo straniero si smarriva
                nei labirinti dei centri antichi
                non trovava gli sperduti paesini.
                Lo straniero non conosceva quel sentiero
                né il sicuro nascondiglio
                dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.
                Il fascio littorio
                Salò e le camicie nere
                furono barbarie e distruzione.
                Antigone salvò quei neri cadaveri
                dalla furia dei perseguitati assassini
                nell'aldilà dove non si perdona.
                L'eterna oscurità detenga le spie
                e i servitori dei tiranni dannati
                nell'infernale pozzo dei traditori.
                Nessun civile perdono sia concesso
                al morto non uguale al morto
                solo rigoroso ricordo.
                Ancora sanguinano innocenti ferite
                e cumuli di coscienze tremanti
                testimonianze perenni
                per non ricadere nell'ignominia.
                Renzo Mazzetti
                Composta sabato 25 aprile 2009
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