Poesie di Nelson Padoan

Artista, nato lunedì 9 febbraio 1987 a Mestre (VE) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Nelson

Black russian

Vige l'ignoranza
nel ventre del mondo,
nella città del sole,
nella villa delle possibilità,
delle scelte, delle fantasie.
M'obbligo
di vivere ancora,
in un bicchiere nero,
ripieno e ridondante
di liquido amniotico,
ancestrale.
Un bicchiere colmo
di alcol e magie,
di lusso e sessualità,
di facce riviste,
giornali e novità.
Un calice, un desiderio,
un figlio illegittimo,
una richiesta innocente.
Non sono un santo,
ma studio religione,
studio astronomia e arte.
Studio situazioni
e doppie maniche,
giudizi e logaritmi;
la matematica signori
è per poche menti,
per pochi luoghi,
per un black russian
e un bar vuoto.
Grazie Islam,
grazie per tutto.
Nelson Padoan
Composta giovedì 21 febbraio 2013
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    Scritta da: Nelson

    Labbra di vetro

    Ascolto
    il tempo schiantarsi
    tra le onde di questo mare,
    di questo migrare luminoso.
    Immagino
    fiumi di lava incandescente,
    di stelle mature, di perdono.
    Viaggio
    in questo inferno bianco,
    in piedi senza gravità
    oltre l'ozono e la musica.
    Gusto
    il tuo bacio elettronico,
    la tua metà viva, la magia,
    la passione di questo ballo,
    di questa folla,
    di questa canzone oscura.
    Godo
    in un esplosione di colore,
    di arti e gioia.
    Vivo
    in una poesia inedita,
    una tempesta calda
    che abbraccia il mio cervello
    e lo lancia via, aldilà di tutto,
    aldilà della ragione, via.
    Via.
    Come un incanto,
    come un sogno appena finito,
    un sogno mai cominciato.
    Come questo momento
    non ho mai apprezzato
    il suono delle tue parole,
    il canto della tua gloria,
    il sapore dolce
    delle tue labbra di vetro.
    Nelson Padoan
    Composta lunedì 4 marzo 2013
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      Scritta da: Nelson

      Due ore

      Due ore
      per parlare del mondo,
      per discutere sul niente.
      Due ore
      per chiudere una porta,
      per aprire un varco
      tra due identità.
      Due ore
      per disegnare un volto,
      per imparare a baciare,
      per morire steso
      in un campo di grano
      tra foglie mature
      e sentieri di plastica.
      Due ore
      per tornare a casa
      da quel mondo lontano,
      da quel colle sperduto
      da cui si vede tutto,
      da cui posso volare.
      Due ore,
      due ore ancora
      e potrò dire
      di aver vissuto in eterno.
      Due ore
      e potrò sentire ancora
      quel vento contro,
      quel calore innato,
      quel suono cupo
      di cui ormai
      sono perdutamente
      innamorato.
      Nelson Padoan
      Composta martedì 5 marzo 2013
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        Scritta da: Nelson

        La primavera si avvicina

        La primavera s'avvicina
        passo dopo passo,
        tra un fiume in piena
        e una veranda illuminata.
        S'appresta lieta
        al tepore del mattino,
        si stende accanto a me
        ad ascoltar le favole,
        vecchie e nuove,
        delle radio industriali.
        Mi piace viver così,
        in attesa
        tra il pranzo e la cena,
        tra questo e quello,
        tra dolce e caffè.
        Mi piace questo tempo,
        questa epoca beffarda
        che si nutre di tutto,
        di bambini prodigio
        e preti perversi.
        Mi piace perché
        c'è qualcosa da dire,
        qualcosa da scrivere.
        Mi spiace però, che
        non ci sia niente da fare,
        ma è dal sonno più profondo
        che nasce il risveglio
        più luminoso,
        è dall'inverno più freddo
        che giunge la primavera
        più affascinante di tutti i tempi.
        Nelson Padoan
        Composta martedì 5 marzo 2013
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          Scritta da: Nelson

          Il poeta

          Il poeta è un architetto,
          il poeta è un pittore,
          un dottore,
          un magistrato.
          Il poeta è
          la più alta autorità
          e la più vile creatura
          sulla faccia della terra.
          Il poeta vive
          nelle sue sillabe eterne,
          il poeta muore
          tra una locanda
          e un convento,
          tra un mare d'illusioni
          e l'amor perduto.

          Tra colori accesi
          e stanche concezioni
          s'illumina di nuovo,
          rialzandosi e urlando,
          sopra le tombe cristiane,
          la musica surrealista,
          decadente, finta.
          Il poeta beve
          accettando le condizioni,
          i moti e le politiche.
          Il poeta vaga,
          tra grilli e cantautori,
          tra governi impari
          e marionette.
          Il poeta sa
          la sua strada,
          la sua retta via.
          Il poeta pensa,
          con la sua testa
          e quella degli altri,
          cercando l'arte
          nella spazzatura
          e nella fantasia.
          Nelson Padoan
          Composta mercoledì 27 febbraio 2013
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            Scritta da: Nelson

            Il mondo ha ucciso un altro poeta

            Il mondo ha ucciso un altro poeta.
            L'ha chiuso nella sua cucina,
            tappando gli spifferi sotto la porta
            e sigillando le finestre.
            Ha serrato la tapparella celandolo nel buio,
            perché nessuno veda.
            Perché nessuno possa capire.
            L'ha fatto sdraiare schiudendo le valvole,
            gli ha aggiustato la cravatta e scelto un abito scuro.
            Un tocco di stile tra tutta quella polvere,
            glielo doveva.
            Ha tinto l'aria troncando l'ultimo respiro,
            togliendo il punto all'ultima strofa.
            Oggi muore un uomo,
            una pagina di un libro,
            un piccolo soldato.

            Li fuori cade l'ultima foglia,
            da quell'albero ormai spento e gracile
            consumato dall'autunno.
            Tutto è vecchio,
            tutto non ha più valore.
            Il cielo prende fuoco e ci si chiede perché,
            ma nessuno lo sa.
            Perché ci sono quelle sirene,
            perché la gente strilla
            sotto l'albero in fiamme.
            Perché la casa crolla
            in tutta quella polvere,
            finendo in cenere.

            Nessuno di loro sa perché.
            Nessuno sa che quell'albero,
            ridotto a uno scheletro,
            ha perso oggi l'ultima foglia.
            Nessuno sa cosa è stato per lui l'autunno
            e cosa sarebbe stato l'inverno.
            Nessuno sa,
            perché tutti si fanno le domande sbagliate,
            guardando stupidamente il cielo.
            Così le foglie continueranno a cadere
            e gli alberi a bruciare.
            Nelson Padoan
            Composta lunedì 8 febbraio 2010
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              Scritta da: Nelson

              Come una cometa

              Come una cometa,
              dentro e fuori.
              Sei passata davanti ai miei fari,
              veloce, come una piccola volpe
              che attraversa la strada di montagna.
              Forse per paura di essere travolta,
              forse perché non sai vivere abbastanza.
              Sarò io che non ho capito niente,
              ma non posso fare altro che tirare dritto
              e tu sei già lontana nel bosco.
              A volte ci ripenso, invidiandoti,
              geloso della tua corsa e della tua forza.
              Sei nata per attraversare il cielo,
              io per star qui, seduto,
              sperando che tu ripassi.
              Nelson Padoan
              Composta giovedì 27 agosto 2009
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                Scritta da: Nelson

                Critica alle Donne

                Mi riesce difficile
                Essere gentile,
                offrirti da bere
                e aprirti la porta.
                Mi riesce difficile
                Rispettarti,
                quando sei tu la prima
                ad offenderti.
                Mi riesce sempre più difficile
                E non è colpa mia,
                non sono io
                ad essermi stancato.
                Siete voi che
                Vostro malgrado,
                avete dimenticato
                il peso sulla bilancia,
                rovesciandovi nel ridicolo
                e nel disprezzo.
                Mi riesce difficile
                E mi dispiace,
                Ma io sono un uomo
                E come tale mi sono evoluto
                Per stare in piedi
                E non ricordo più
                Come si sta sulle quattro zampe.
                Nelson Padoan
                Composta venerdì 17 agosto 2012
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                  Scritta da: Nelson

                  Elisabetta

                  Un sospiro,
                  un soffio di vento.
                  Un lieve sorriso tra il tempo
                  e una carezza.
                  Un’onda,
                  una nuvola.
                  Un soffice desiderio
                  e un mare di emozioni.
                  Un cocktail di baci
                  per non pensare a nulla,
                  per ubriacarsi di passione.
                  Per perdersi tra la sabbia
                  e ritrovarsi,
                  per poi perdersi di nuovo,
                  per poter ricominciare
                  da capo,
                  da un nuovo sospiro,
                  da quello stesso vento.
                  Nelson Padoan
                  Composta lunedì 21 marzo 2011
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